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Uber fa sul serio: la trattativa tra la società americana ed i due partner tedeschi che hanno dato vita a Free Now è ormai entrata nella fase finale.
Secondo quanto riporta la stampa tedesca, Uber avrebbe quantificato in un miliardo di euro il suo investimento per acquisire l’app di ride hailing, speciliazzata dunque nel fornire servizi di trasporto a chiamata, settore nel quale Daimler e la BMW avrebbero deciso di ridimensionare la loro presenza.
Tra le ragioni principali di questo disimpegno, la normativa complessa, le difficoltà gestionali, la redditività tutto sommato residuale rispetto all’impegno necessario per mettere in piedi l’impresa; se a tutto ciò si aggiunge poi la ridotta mobilità urbana a causa della pandemia, ecco che il quadro si completa.
Ma la strada per la cessione di Free Now non sarebbe ancora in discesa: se infatti Daimler sarebbe pronta a vendere subito, BMW pare aver meno fretta a lasciare il business e sarebbe studiando soluzioni alternative alla cessione totale, come l’ingresso di Uber nel pacchetto azionario, con una quota iniziale di minoranza destinata magari a crescere nel tempo.
Non va poi dimenticato che Free Now è solo una delle società che i due costruttori hanno messo in piedi nel campo dei servizi per la nuova mobilità.
Sono ben cinque, infatti, le joint venture che le due Case tedesche hanno avviato: oltre Free Now per il trasporto a chiamata, ci sono Reach Now per i servizi multimodali, Charge Now per le ricariche, Park Now per i parcheggi e Share Now per il car-sharing.
Dopo l’euforia iniziale, però, gli ambiziosi progetti sono in fase di ridimensionamento e di ripensamento, per gli alti costi gestionale e l’impatto tutto sommato modesto sul grande pubblico, che hanno portato, per esempio, alla chiusura dei servizi legati al car-sharing in diverse città europee.