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L'applicazione Uber Taxi arriverà a Torino verso fine 2018 per una vera e propria sperimentazione ma, alcuni tassisti sono già pronti a boicottare il servizio.
UberTaxi funzionerà in modo simile al servizio offerto da MyTaxi, piattaforma già attiva per prenotare le auto bianche che però trattiene il 7 per cento del prezzo pagato dal cliente ma consente di chiamare i taxi via app e di pagare con la carta di credito.
Uber, azienda con sede a San Francisco, vuole proporsi come partner a lungo termine per le città italiane lavorando insieme alle diverse alternative di trasporto, compresi i taxi, per offrire un servizio facile e veloce appoggiandosi quindi a servizi già esistenti.
L'applicazione offrirà corse a bordo di veicoli con conducenti dotati di regolare licenza taxi e le tariffe saranno calcolate dal classico tassametro, anche se, molto probabilmente, l'app potrebbe fornire una stima dell'importo previsto per il trasporto prima ancora di salire a bordo di una delle vetture bianche. Le forme di pagamento previste includono carta di credito, carta prepagata, PayPal e contanti.
Ma il passaggio da conflitto a collaborazione non sarà certamente semplice come si evince dalle dichiarazioni di Massimo Zappaterra, presidente del comitato Federtaxi Piemonte:
«Ad oggi lavoriamo con una cooperativa e due srl: una di queste è Mytaxi che chiede una percentuale sulla corsa pari al 7 per cento. Anche nel caso in cui Uber abbassasse la percentuale io e altri miei colleghi continueremmo a rifiutare qualsiasi collaborazione. Le promesse può farle chiunque, ma il passato non si cancella. Chiedere scusa ora ha poco senso, abbiamo perso molti soldi tra scioperi e cause in tribunale. Uber ci ha fatto solo patire».
La sperimentazione a Torino è ormai data per certa ma l'azienda statunitense sembra essere già pronta ad esportare Uber Taxi anche in altre città italiane.