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L'amministratore delegato di Uber, Travis Kalanick, ha lasciato il consiglio degli consulenti economici del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La decisione è stata presa per prendere le distanze a livello personale e distanziare Uber dal decreto sull'immigrazione del Presidente emanato pochi giorni fa.
«Oggi ho parlato brevemente con il presidente del suo ordine esecutivo sull’immigrazione e delle implicazioni per la nostra società - ha scritto Kalanick in una lettera ai dipendenti - e gli ho fatto sapere che non sono in grado di poter essere parte del suo consiglio economico. Far parte del gruppo non doveva rappresentare un endorsement del presidente o della sua agenda ma, sfortunatamente, è andata esattamente così». «L'immigrazione e l'apertura ai rifugiati sono una parte importante del successo del Paese e di Uber», ha inoltre affermato Kalanick.
Del consiglio fanno parte anche Mary Barra, presidente di GM, ed Elon Musk, presidente di Tesla.
Il bando a sette Paesi a maggioranza musulmana voluto da Trump non è stato accolto bene da molte società della Silicon Valley, per le quali lavorano migliaia di immigrati. Pare che Facebook, Microsoft, Apple, Google, Amazon e altre aziende stiano preparando una lettera aperta per il Presidente nella quale esprimeranno il loro disaccordo sulle decisioni prese da Trump sul fronte degli immigrati.