Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Da tre anni ci siamo abituati bene, in quanto a dati e analisi del settore in Italia: l’osservatorio Continental. Questa volta si è parlato di auto elettrica e dei dubbi degli italiani. Al sodo: sono superabili se ci basiamo sui numeri. Certo, tra il dire e il fare ci passa molto, ma quel molto sarebbe colmabile per molti. Ovvio, per dire tutti ne passeranno di anni, ma intanto già nel 2021 oltre un italiano su due sarebbe interessato ad acquistare un’auto elettrica. I freni maggiori? Il 43,9% per l’elevato costo. Con gli incentivi che al momento non sono sufficientemente percepiti. Poi ci sono le informazioni non ancora ben diffuse, con tre italiani su quattro che riconoscono un’auto elettrica e ibrida, ma solo il 47% poi sa cos’è un ibrido plug-in. A guardala bene, l’Italia è in ritardo nella diffusione dell’auto elettrica, rispetto ad altri, anche perché il Bel Paese non è come altri: si presenta segmentato da fattori socio-demografici e culturali.
Insomma, la necessità dei protagonisti dell’ecosistema della mobilità, è quella di allearsi per il cambiamento, se davvero lo vogliono sostenere in tempi brevi e non far arenare nelle difficoltà. Come riferimento, per ora, quel 2035 obiettivi dell’Unione Europea che scalzano le termiche classiche, per ridurre le emissioni di CO2.
Gli studi Euromedia Research e Kearney, commissionati da Continental, si riassumono nelle parole dell’AD, Alessandro De Martino: “L’Osservatorio 2021 ci racconta una società propensa e incuriosita dalla svolta elettrica ma che non sembra ancora pronta. Emerge un problema di preparazione del consumatore dovuto alla poca chiarezza comunicativa che non abbatte i pregiudizi. I dati emersi ci raccontano come i più favorevoli alla transizione siano i giovani, mentre le generazioni più adulte, che però hanno il maggiore potere d’acquisto, siano le più ostili. Occorre educare. Quando si parla di auto elettrica - dichiara, l’Amministratore Delegato di Continental Italia - è indispensabile vivere l’esperienza al volante. Ad oggi solo un italiano su otto ha provato a guidare una BEV a fronte di diversi segmenti di mercato potenziali quali ad esempio coloro che vivono in provincia, in una casa autonoma con spazio per una colonnina e percorrono meno di 150 chilometri al giorno, pari circa al 71% degli intervistati. In questo processo di transizione se le case, i noleggiatori, le reti e i fornitori di energia lavoreranno in sinergia per fornire ad esempio canoni anziché listini, comprensivi di wall box a condizioni interessanti e comprensivi di auto tradizionali per i viaggi lunghi o per il weekend, si potrebbero fare dei grandi passi in avanti verso gli obiettivi prefissati dall’Europa”.
In queste parole si leggono messaggi importanti, che ribadiamo saltando una mole di numeri e dati che, bene o male, sulle pagine di automoto.it i nostri lettori conoscono. La chiave di interpretazione è che forse, alcuni, non hanno abbastanza declinato l’auto elettrica per il Bel Paese. Per i suoi over50 e over60 che potrebbero usarla con soddisfazione. Per quelli che vorrebbero un vero unico canone con disponibile anche la termica per le volte che serve e la bolletta inclusa, della corrente. Cose note, forse, ma che se messe in pratica smuoverebbero quei due italiani su tre che si dichiarano potenzialmente interessati all’acquisto di un’auto elettrica. In mezzo ci sono le mutazioni dei rivenditori (vedi BER e i nostri articoli da Automotive Dealer Day 2021) e quelle dei segmenti auto (tra qualche anno pare andranno meno di moda tutte quelle lettere)
Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, ci dice: “I tempi non saranno brevi perché il salto diretto verso l’elettrico è e sarà molto complicato. Tuttavia, la maggior parte dei consumatori italiani, nonostante alcuni chiaroscuri, sembrano interessati e pronti a far parte dell’ingranaggio che ci porterà ad avere un futuro elettrico… e non solo! I noleggiatori e la rete delle concessionarie, come vetrina di una nuova mobilità sostenibile, hanno oggi la grande opportunità di incidere fortemente sulle scelte dei consumatori e accompagnarli verso l’elettrico.”
Andrea Marinoni, partner di Kearney, ricorda: “Ci ritroviamo davanti a un unico Paese, ma frammentato in tante Italie. Dal nostro studio emerge che i fattori di unicità e di complessità che caratterizzano il mercato italiano potrebbero rallentare lo sviluppo della mobilità elettrica nei prossimi anni. L’e-mobility è un ecosistema complesso, costituito da più elementi da sviluppare in modo armonico: intorno a performance dei veicoli, normative chiare e infrastruttura adeguata, vi è anche l’opportunità di introdurre nuovi servizi integrati a valore aggiunto”.