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A Natale siamo tutti più buoni: ce l'hanno insegnato a scuola ed ogni tanto questo concetto lo vediamo applicato nella pratica, soprattutto quando si parla di posti di lavoro.
L'ultimo esempio riguarda il caso dei 249 lavoratori di Trasnova, la società di logistica cui Stellantis, dopo aver avviato le pratiche di dismissione del rapporto di collaborazione che si traduceva in licenziamenti immediati, ha invece rinnovato il contratto per un anno.
Una boccata d'ossigeno a scadenza, che permetterà di festeggiare con il panettone, ma che non risolve il problema, visto che l'azienda automotive ha chiaramente chiesto all'azienda di trovare nuovi clienti.
Insomma, quello raggiunto al tavolo di confronto presso il Minit è un accordo a termine, perché tra le righe l'intenzione di Stellantis resta chiara: interrompere la commessa con Trasnova, che opera in regime di monocommittenza con la casa automobilistica.
Dal canto loro, i sindacati incassano un risultato positivo e niente affatto scontato in partenza e che a cascata avrebbe portato altri licenziamenti nelle società subappaltanti, ovvero Logitech, Tecnoservice e CSA; ora incalzano la dirigenza dell'ex Fiat: occorre un serio e coerente piano industriale per rilanciare la produzione in Italia, in cui tutti, ad iniziare anche dal Governo, facciano la loro parte, ad iniziare dal prossimo appuntamento in agenda, ovvero il tavolo del 17 dicembre, dal quale si attendono impegni certi e prospettive concrete per evitare lo smantellamento della filiera dell’auto in Italia e per garantire la difesa di ogni posto di lavoro.
Stellantis, in una nota, si attribuisce la paternità dell'operazione: “Siamo stati noi a proporre questo tipo di soluzione che permetterà a Trasnova di intervenire per realizzare una soluzione complessiva e definitiva nei confronti dei lavoratori coinvolti con gli appositi strumenti che regolano le situazioni di crisi e trovare misure di diversificazione della clientela».
Inoltre, Stellantis precisa che si tratta di una “soluzione specifica“ e non di un esempio su come affrontare altre crisi, oltre a rimarcare che intende proseguire “con i piani finalizzati a valorizzare i propri asset e le proprie risorse al fine di tutelare il lavoro delle proprie persone e ridurre il ricorso agli ammortizzatori sociali”.
La crisi, dunque, è quindi congelata e la soluzione, come spesso accade in Italia, solo rimandata: chissà chi ci sarà a guidare tra dodici mesi a guidare Stellantis, chi sarà il Ministro e quali gli scenari di mercato.
Ed intanto qualche dubbio l'intera vicenda lo lascia: è vero che a pensar male si fa peccato, ma ognuno dei protagonisti secondo noi ha giocato in modo scorretto, per non dire sporco: Stellantis, che prima fa la voce grossa e poi abbassa le penne... delle due l'una: o la motivazione per scindere il contratto con Trasnova non aveva molto fondamento, oppure la sua proroga nasconde condizioni più vantaggiose rispetto al passato, che non conosciamo; Trasnova, che aspetta gli ultimi giorni per verificare se il committente intende rinnovare il contratto, e che poi attua la procedura dei licenziamenti in blocco, senza cercare di accedere ad ammortizzatori sociali; il sindacato, che si attiva solo quando arrivano le lettere di licenziamento, invece di compiere un'opera preventiva di monitoraggio delle situazioni potenzialmente a rischio; e la parte politica: perché delle questione se ne occupa il Minit, ovvero il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e non quello che ne avrebbe più titolarità che per deleghe, ovvero quello del Lavoro?
Ma forse è il sistema Italia che funziona (?) così... ed allora, anche per quest'anno, Buon Natale!
Fiat
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