Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
La rivoluzione della sicurezza stradale in Italia è finalmente giunta con il tanto discusso Tutor 3.0, una nuova tecnologia destinata a cambiare le regole della strada. In realtà il Tutor è in uso da parecchi anni e le cifre ci dicono che dal su debutto 20 anni fa il sistema ha permesso di abbassare gli incidenti e di limitarne la gravità in tutti i tratti dove è stato installato. La nuova release 3.0 nasce come un'evoluzione del sistema precedente e opera nello stesso modo: rileva le velocità medie su un tratto di vari chilometri tra due portali e di recente è stato attivato su alcune tratte dove non c’era, in particolare su 26 tratte autostradali strategiche, tra cui la A1 Milano-Napoli, la A9 Lainate-Como-Chiasso, la A11 Firenze-Pisa Nord, e molte altre. In questi tratti, il Tutor 3.0 è già operativo, ma come funziona esattamente e cosa cambierà per gli automobilisti?
Il sistema Tutor 3.0 (basato a sua volta sul sistema Navigard), pur essendo spesso associato al concetto di "autovelox", non è altro che un evoluzione tecnologica del Tutor tradizionale, che si limita ancora, almeno in fase iniziale, a monitorare la velocità media tra due punti. Ciò che lo distingue è l'adozione di nuove telecamere ad alta risoluzione e di un sistema radar che permette una precisione maggiore nella rilevazione, al posto delle vecchie spire annegate nell'asfalto. Inoltre, il sistema è dotato di un algoritmo avanzato che può rilevare una serie più ampia di infrazioni, anche se, al momento, queste nuove funzionalità non sono ancora operative. In sostanza, il Tutor 3.0 non è destinato a moltiplicare le sanzioni, ma a rendere il controllo del traffico più accurato e meno invasivo, portando a un miglioramento complessivo della sicurezza stradale.
Il Tutor 3.0 è il risultato di anni di evoluzione tecnologica e di studi sul comportamento degli automobilisti sulle autostrade italiane. Una delle principali innovazioni riguarda l'adozione di telecamere con risoluzione superiore rispetto al passato. Grazie a queste, il sistema è in grado, una volta attivate, di rilevare una varietà di violazioni del Codice della Strada oltre al consueto superamento del limite di velocità, come il transito contromano, l'occupazione impropria delle corsie, il transito su quella di emergenza e il mancato uso della corsia di destra ove possibile. Ma non solo: il Tutor 3.0 può anche rilevare la tipologia dei veicoli in transito e determinare se sono troppo pesanti o fuori misura, superando limiti di peso e dimensioni. In questo modo, la tecnologia consente di implementare un sistema di sorveglianza molto più dettagliato e rigoroso. Non tutte queste nuove funzioni sono ancora operative. Al momento, la principale funzione del Tutor 3.0 rimane quella di monitorare la velocità media dei veicoli, senza intervenire su altre infrazioni. È importante sottolineare che tutte queste innovazioni sono ancora in fase di sviluppo e che saranno attive solo dopo l'approvazione delle normative e delle procedure appropriate. In teoria, in connessione con le banche dati sui veicoli e con le debite autorizzazioni, il sistema potrebbe rilevare altre infrazioni di carattere, diciamo così, amministrativo come l'assicurazione obbligatoria (cosa che già può essere effettuata con il sistema Odino dei Carabinieri) o la revisione periodica o le auto denunciate come rubate o sotto sequestro.
La sicurezza stradale è il principale obiettivo del Tutor 3.0. Sin dal suo debutto nel 2005, il sistema ha contribuito significativamente alla riduzione degli incidenti e dei tassi di mortalità sulle tratte autostradali monitorate. Secondo i dati, l'installazione del Tutor ha portato a una diminuzione delle velocità medie del 25-30%, con un abbassamento dei tassi di mortalità fino al 55% rispetto ai periodi precedenti. l Tutor 3.0 non va temuto: come sottolineato da Giordano Biserni presidente dell'ASAPS e da Vicenzo Orgini, commissario Capo della Polizia di Stato, la principale causa di incidenti rimane il comportamento pericoloso degli automobilisti, come l'uso del cellulare, la guida sotto effetto di alcol, la velocità eccessiva. L'obiettivo del Tutor 3.0 non è vessare i conducenti, ma piuttosto prevenire comportamenti rischiosi, facendo in modo che tutti rispettino le regole per una guida più sicura.
L'indagine svolta ha anche messo in luce alcune "leggende" sul Tutor che ancor oggi sono diffuse, ma del tutto prive di fondamento: per esempio che il sistema non rilevi il passaggio sulla corsia di emergenza (falso), che a cavallo di due corsie non ci sia la multa (falso) o che appena si supera di 1 chilometro la velocità massima scatti la sanzione (falso, viene applicato un correttivo de 5% sempre a favore dell'automobilista). Insomma, per prendere una multa con il Tutor bisogna davvero mettercela tutta, percorrendo tratti di vari km con una velocità media (attenzione, media non vuol dire massima) superiore ai 136 km/h reali, che sul tachimetro di qualsiasi auto sono indicati con almeno 143 km/h. E chiunque abbia dimestichezza sul traffico autostradale sa cosa vuol dire tenere una media di 143 km/h per lungo tempo. Sulla possibilità di rilevare anche la velocità puntuale o istantanea, la Polizia Stradale comunica che è una delle funzioni previste ma viene attivata solo in casi particolari.
Una delle principali critiche sollevate nei confronti del Tutor riguarda la sua capacità di sanzionare i veicoli con targhe straniere. Molti temono che il sistema non sia in grado di rilevare i mezzi provenienti da altri paesi europei, come la Svizzera o altri Stati. Tuttavia, la Polizia Stradale ha rassicurato che la tecnologia è in grado di rilevare anche queste targhe. Il problema, semmai, riguarda la procedura di contestazione: per i veicoli stranieri, infatti, l'iter per l'emissione delle sanzioni è più complesso e lungo, richiedendo tempi che possono arrivare fino a un anno e avviene attraverso il sistema di interscambio di informazioni Eucaris. Ciò non significa che i veicoli con targhe straniere possano violare impunemente le regole: la Polizia Stradale è in grado di procedere con gli accertamenti e di inviare le multe, anche se a volte con tempistiche più lunghe. Pertanto, non c'è motivo di credere che il Tutor 3.0 faccia "differenze" tra automobilisti italiani e stranieri.