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Shawn Fain, presidente del sindacato statunitense United Auto Workers (UAW), ha dato un giudizio articolato sui nuovi dazi introdotti dall’amministrazione Trump, definendoli in parte utili alla causa del lavoro americano, ma allo stesso tempo criticando con fermezza le politiche più estreme e generalizzate adottate dalla Casa Bianca.
Nel corso di un discorso trasmesso in diretta su YouTube e social media, Fain ha spiegato che il sindacato “supporta l’uso di alcuni dazi sull’industria automobilistica e settori affini”, ma ha bollato come “sconsiderata” l’imposizione indiscriminata di tariffe a tutti i Paesi. L’intento, ha sottolineato, non è politicizzare la questione: “Non sosteniamo i dazi come strumento di propaganda sull’immigrazione o sul fentanyl”.
Con queste parole, Fain ha cercato di chiarire la posizione del sindacato, dopo che alcune sue dichiarazioni precedenti erano state interpretate come un avvicinamento all’amministrazione. “Non ci stiamo allineando a Trump, stiamo negoziando con la sua amministrazione”, ha puntualizzato.
Il sindacalista ha anche ribadito le sue storiche critiche agli accordi di libero scambio, come il NAFTA, ritenuti responsabili della chiusura di circa 90.000 fabbriche negli USA in 30 anni e del declino di città manifatturiere come Flint e Gary. Ha invitato a utilizzare la capacità produttiva già esistente nelle fabbriche di General Motors, Ford e Stellantis, che – secondo lui – potrebbero generare migliaia di nuovi posti di lavoro.
Tuttavia, Fain ha preso le distanze dalla linea politica generale dell’esecutivo, denunciando il taglio dei fondi per ricerca e sanità, gli attacchi a diritti sindacali e previdenza pubblica, e la rimozione arbitraria di dipendenti pubblici. “Il 90% di ciò che fa questa amministrazione è distruttivo per i lavoratori”, ha detto, con riferimento anche ai tagli al National Institutes of Health e al National Labor Relations Board.
Nessuna menzione diretta a Elon Musk, pur essendo centrale nelle scelte del governo Trump e apertamente ostile alla sindacalizzazione in Tesla. Fain ha però ricordato i casi recenti di repressione sindacale nelle università, come l’espulsione del presidente della UAW Local 2710 alla Columbia University, e l’arresto di un ex studente rappresentato dal sindacato.