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L'ennesimo dazio che Donald Trump vorrebbe imporre alle importazioni americane stavolta colpisce le "due ruote". Secondo quanto ha riportato il Wall Street Journal, il presidente USA starebbe pensando ad un dazio del 100% sulle Vespa Piaggio e, in generale, sulle moto con cilindrata da 50 a 250 cc prodotte nell'Unione Europea.
La misura, già anticipata in gennaio da Moto.it, sarebbe una ritorsione dell'amministrazione USA contro le resistenze dell'Europa all'importazione di carne di manzo proveniente dagli Stati Uniti, secondo i quali i contingenti ammessi sul mercato europeo sarebbero inferiori a quanto stabilito da un trattato del 2009 i cui termini, secondo Trump, non sarebbero stati rispettati dalla UE.
Per questo l'amministrazione Trump starebbe pensando a un dazio punitivo del 100% sul valore non solo delle Vespa e delle moto di piccola cilindrata, ma anche dell'acqua Perrier e del formaggio francese Roquefort.
Questi sarebbero solo alcuni dei novanta prodotti finiti nella “black list” dell'amministrazione USA, tra i quali ci sarebbero anche le moto da cross prodotte da Husqvarna e KTM. Il rappresentante per il nord America dei due marchi, John Hinz, e Mario Di Maria di Piaggio, avevano partecipato lo scorso febbraio ad una riunione negli uffici dello U.S. Trade Representative a cui erano presenti tra gli altri il ceo dell'AMA (American Motorcyclist Association) e i vertici delle associazioni dei produttori di carne. Pare che l'oggetto dell'incontro, alla luce di quanto scritto dal WSJ, sia stata proprio l'applicazione dei dazi.
Intanto c'è preoccupazione in Borsa e a Pontedera, nonostante il mercato nordamericano rappresenti per Piaggio una fetta inferiore al 5% del fatturato, e ancora minore per i veicoli sotto i 500 cc. Il titolo Piaggio è arrivato oggi a perdere il 3,5%, mentre per il primo cittadino della città sede di Piaggio, Simone Milozzi, dice che «di fronte a queste situazioni anche l'Europa dovrebbe fare sentire con forza la propria voce. E' necessario contrastare certe scelte di Trump, non solo sul terreno politico ma anche culturale. Prima i muri, adesso il protezionismo».
C'è preoccupazione anche tra i lavoratori: «Nello stabilimento di Pontedera - sottolinea Graziano Barsotti, delegato Uilm all'interno della Piaggio - produciamo 15-20 mila Vespe l'anno destinate al mercato americano, e una sensibile riduzione di questo mercato avrebbe ripercussioni gravissime anche sulla pianta organica della fabbrica, che già è in difficoltà: qui alla Piaggio da anni andiamo avanti con i contratti di solidarietà e la mobilità volontaria, e lavoriamo appena 7-8 mesi l'anno. Domani avremo un incontro con l'azienda e chiederemo spiegazioni precise anche su questo punto».
Benedetto Benedetti, segretario della Uilm di Pontedera, chiama in causa anche il Governo: «Da anni aspettiamo che la politica batta un colpo, ma purtroppo in Italia è sparita quasi del tutto la politica industriale: di fronte a questi scenari però servono risposte forti».
Per il segretario provinciale della Fiom Cgil, Marco Comparini «Per anni ci hanno propinato che la globalizzazione sarebbe stata la soluzione dei problemi, ora si torna alla localizzazione. Prima ci hanno portato via le produzioni in nome della globalizzazione e del costo del lavoro sempre più basso, adesso minacciano di portarcele via per trasferirle dove si vendono i prodotti. Purtroppo la politica, soprattutto in Europa, è completamente supina ai mercati finanziari e non è più in grado di dettare nessuna regola e, a prescindere chi governa, le scelte sono condizionate dalla Troika. Non basta una risposta del governo italiano, servono risposte forti a livello europeo».