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A vederle così, le piccole monoposto Predator's sembrerebbero figlie dell'appassionata mente di un progettista inglese, magari di quelli che sino a qualche anno fa sono stati chief-designer in F1 ed oggi, in pensione, si godono l'inverno alle Maldive e l'estate a bordo di una propria "idea a motore" in compagnia degli amici di sempre.
Il motivo è presto spiegato: la semplicità costruttiva, che permette alle Predator's di avere costi di gestione ridicoli, unita alla comprovata resa prestazionale...sono elementi tipici di chi l'automobilismo lo considera ancora uno sport e non solo una attività buona per fare dei soldi facili. Vero, anche tra gli anglosassoni c'è chi pensa esclusivamente ai guadagni, vedi la totalità dei Team di F1, ma alla base di una punta dell'iceberg "viziata" dal dio denaro c'è una moltitudine di campionati, costruttori, autodromi, gentlemen driver e famiglie a bordo pista che rendono speciali le corse in auto britanniche, dimostrando che correre in auto può anche non essere un gioco riservato a ricchi industriali.
Corrado Cusi, ex-Responsabile Tecnico della scuderia Europa Corse, è però un emiliano DOC, dotato di un buon piede destro e di grandi valori legati al mondo delle corse, che da sempre lo portano a chiedersi per quale motivo è necessario investire centinaia di migliaia di euro per accedere al mondo delle corse. Una domanda alla quale si è dato spesso risposta, ma alla quale non è mai riuscito a dare un riscontro oggettivo a causa della mancanza di una vettura in grado di mettere assieme alcune caratteristiche.
Una vettura, sostanzialmente, che non esisteva e che oggi, grazie alla sua passione, esiste: un progetto che nasce nell'estate del 2003, in soli 3 mesi di lavoro. Si potrebbe già parlare di record, ma in realtà con i record - quelli veri - Corrado Cusi si è ritrovato a fare i conti ben presto. Nel settembre 2004, infatti, la Predator's 600 ottiene due vittorie e due podi in quattro delle gare del Campionato Italiano Formula Driver UISP, nonostante la Predator's fosse l'auto dotata della minore cilindrata tra quelle "abilitate" al via.
L'anno successivo, il 2005, nasce il primo Trofeo Predator's UISP, organizzato su 12 tappe valide per il Campionato Italiano Formula Driver UISP, e nello stesso anno vede la luce anche il primo Sport Prototipo biposto (la Predator's PC002) che ottiene per ben due volte il secondo posto assoluto nelle gare UISP.
Ma è nel 2006 che gli orizzonti si allargano definitivamente, in quanto la Asso Minicar decide di organizzare in prima persona un innovativo trofeo, il Formula Minicar Predator's 600, che prevede la bellezza di sette gare negli autodromi di Mores, Adria, Magione, Varano e Binetto. Un trofeo combattutissimo, ma estremamente economico: l'iscrizione, con il noleggio dell'auto, costa appena 15.000 euro + tasse di iscrizione alla gara (estremamente ridotte)...ma se qualcuno volesse acquistare la vettura per utilizzarla anche al di fuori del trofeo il costo è di 15.000 euro per la vettura + 8.400 euro per i costi di gestione.
Insomma, un trofeo al quale è possibile partecipare spendendo veramente poco, pilotando una vettura estremamente veloce, grazie ad un propulsore motociclistico Honda da 95 CV applicato ad una vettura che alla bilancia fa segnare appena 380 kg. Il resto lo fa il cambio sequenziale a sei rapporti, la rigidità del telaio a tubi quadri d'acciaio, la carrozzeria in materiali compositi, le sospensioni push-rod ed un leggero pacchetto aerodinamico, che permette alla Predator's di usufruire di qualche kg di carico in più all'aumentare della velocità.