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Divulgato in questi giorni il risultato di un’analisi che ha coinvolto oltre 8500 automobilisti nei vari continenti. Secondo i dati raccolti, almeno un quarto degli automobilisti a livello globale (29% in Europa e 32% in Italia) non utilizza attivamente le funzionalità della propria auto connessa, addirittura una quota media dell’11% (15% Europa e 16% Italia) non sa nemmeno di che tecnologie è dotato il proprio veicolo. Un punto inatteso poi, o che può fare riflettere chi proponga sistemi a complessità molto crescente, è quello per cui più della metà dei conducenti intervistati (56% medio, 58% Europa e 68% Italia) che ha provato certi servizi evoluti al momento dell'acquisto di un'auto, non è poi sicuro di sceglierli nuovamente e dichiara di non pensare di utilizzarli in futuro.
Insomma le auto connesse sono comunque una realtà certa e crescente, verso gli anni Venti, ma come e quanto vengano utilizzate è ancora in volatile evoluzione. Le spinte delle Case non mancano, soprattutto con nuove interfacce sempre più complete e protese agli occupanti dell’auto, come la nuovissima MBUX al debutto nel 2018. Pare servano però ancor più semplicità e informazione.
Nei comunicati delle stesse Case si parla frequentemente di CASE, acronimo per le sempre più attese nel futuro a breve termine Connected, Autonomous, Shared & Services, Electric cars (auto Connesse, con Guida autonoma, da Mobilità Condivisa ed Elettriche) ma per molti degli intervistati, in 13 Paesi per 67 diversi costruttori, questo termine non sembra così vicino. Pare che molti elementi inclusi nelle nuove auto, a oggi, siano ancora visti come un accessorio opzionale dell’auto classica e non un’opportunità quasi necessaria di grande portata.
Lo studio rileva che il 67% a livello globale (57% Europa) pagherebbe per servizi relativi ai conducenti, come la navigazione; mentre la percentuale scende al 50% con molta disparità (Europa 32%, Cina 79%) per le funzionalità di intrattenimento, per le quali spesso sono più gradite applicazioni note su smartphone piuttosto che servizi integrati nell’auto. Dato ovvio quello per cui sono i proprietari di Brand premium a essere all'avanguardia, maggiormente disposti a pagare per funzionalità connesse. La classifica delle funzionalità connesse, nelle diverse categorie, vede primeggiare Navigazione, Sicurezza e Tutela del trattamento dei dati; mentre sempre secondo le interviste, realizzate durante il 2017, un gran numero di proprietari di auto (Europa 53%, Nord America 65%, Italia 42%) è "informato ma non interessato" ai sistemi di guida autonomi.
Secondo i numeri rilevati, pare che la Cina si differenzi dai mercati maturi per atteggiamento nei confronti della tecnologia. I cinesi sono più ricettivi, ad esempio manifestando più interesse all'assistenza navigazione (65% degli intervistati rispetto al 40% Europa e al 32% Nordamerica) ma anche per le funzionalità Infotainment, come social networking e streaming (il 40% sceglie queste opzioni rispetto al 13% in Europa, Italia e Nord America). Non sorprende quindi che il mercato cinese sia la migliore opportunità per introdurre certe innovazioni. Lo studio ha riscontrato qui grande apertura al mondo CASE: auto a guida autonoma 75% (contro 24% in Nord America e 36% in Europa) auto completamente elettriche o ibride 79% (contro 29% in Nord America e 53% in Europa, Italia 67%) e car sharing 68% (contro 8% in Nord America e 21% in Europa).
Le Case auto godono di maggior fiducia rispetto ai potenziali rivali tecnologici: il 37% dei consumatori si fida dei Brand automobilistici, solo il 18% di aziende come Google e Facebook. La fiducia è più pronunciata nei Paesi nordici e in Germania, prossima al 50%. Non allineata però la preferenza di canale informativo, con prevalenza dei concessionari per avere indicazioni in Europa e USA, ma in Cina si scende parecchio, con il dominio della comunicazione online. Nella mente di molti proprietari di automobili, la connettività rimane qualcosa di ancora complesso per cui necessitano ulteriori sforzi di applicazione, semplice.