Toyota e WRC: a volte ritornano

Toyota e WRC: a volte ritornano
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Toyota ritorna nel campionato del mondo rally dopo quasi 20 anni. Alla vigilia della tappa inaugurale di Monte-Carlo, andiamo a rivivere le gesta – tra alti e bassi - del costruttore nipponico
19 gennaio 2017

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Era il 1999, l’anno dell’ultimo titolo mondiale WRC di Toyota conquistato tra i costruttori, grazie alla Corolla. A quasi 20 anni da quello storico successo – che valse il settimo alloro in 10 anni tra campionato piloti e marche - la casa giapponese torna a gareggiare nella categoria che, con il passare del tempo, ha subito cambiamenti vorticosi. Si corre con vetture più piccole – le Segmento C sono andate in pensione al termine del 2010 – e con una cilindrata ridotta, quel 1.6 turbo che adesso adottano gli alti livelli del motorsport a livello mondiale. . L’elettronica ha fatto passi da gigante, così come l’aerodinamica, che con le WRC Plus in uso oggi raggiunge cime forte mai toccate.

La vittoriosa storia di Toyota nei rally ha origine al temine degli anni ‘80. Le Gruppo B erano da poco andate in pensione, sostituite da auto meno potenti e più “domabili” dai sempre arditi ed agguerriti piloti. È in un contesto come questo, fatto di calore umano dato dal pubblico, di interessi sportivi prima ancora che commerciali, con l’aerodinamica che non era ancora una scienza esatta e con regolamenti chiari e precisi che, nel 1990, Carlos Sainz riesce a fermare l’egemonia Lancia. Lo spagnolo è il primo pilota della storia della disciplina a conquistare un titolo iridato, ed il merito va anche alla Celica GT-Four, vettura che riesce ad imporsi dopo anni di tentativi a vuoto anche allo storico Safari Rally. È tutto frutto di un incredibile sforzo collettivo del Team Toyota Europe – che, con il passare del tempo, diverrà l’attuale Gazoo Racing, impegnato su più fronti.

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Successo replicato nel 1992 grazie alla nuova Celica Turbo AWD, anche se avvenuto all’ultima gara. Appuntamento non proprio per i deboli di cuore, con Sainz, Auriol e Kankkunen pronti a darsi battaglia in Gran Bretagna. La Delta del francese ha un problema ad una candela, che di fatto lo taglia fuori dai giochi quasi subito; Sainz, allora, si lancia in un dominio importante, mentre Kankkunen viene scalzato dal secondo gradino del podio da Vatanen.

La Toyota Celica si rivela l’auto da battere anche per le annate successive: con Sainz transfugo verso la Delta privata del Jolly Team, Kankkunen e Auriol hanno carta bianca, dividendosi il bottino nel 1993 e nel 1994, anni in cui la casa conquista anche i due titoli mondiali riservati ai costruttori.

Devono passare cinque anni – macchiati dalla vicenda delle flange non regolamentari del 1995 – per rivedere la Toyota sul tetto del mondo. C’è aria di smobilitazione: la casa madre ha intenzione di entrare in Formula 1 nel 2002, così le risorse vengono dirottate dal WRC verso quel progetto. Ciononostante, complice anche una stagione combattuta che alterna sul gradino più alto del podio numerosi concorrenti, il team riesce a conquistare l’ultimo campionato del mondo costruttori della sua storia in questa categoria.

Ora è cambiato tutto: sono nuovi i volti alla guida del team – capitanato da quel Tommi Makinen che vinse proprio il titolo piloti del 1999 – sono nuovi i piloti, su cui svetta Jari-Matti Latvala, finnico di indiscusso valore e piede pesante, ma la voglia di far bene e di vincere è sempre rimasta la stessa.

Nel week-end si correrà il Rally di Monte-Carlo, tappa inaugurale della stagione 2017, dove – siamo sicuri – gli uomini del Team Gazoo Racing vorranno essere protagonisti.

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