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Anche i principi dell’ibrido, i più grandi costruttori auto del Giappone, ovvero quelli di un colosso come Toyota, tornano dopo una breve pausa (attualmente triennale) a proporre vetture completamente elettriche. Accadrà in breve sul mercato cinese quindi su quello indiano, dove rispettivamente dal 2019 e dal 2030 pare che tutto quanto sarà messo in strada avrà, prima che in altri luoghi, unicamente propulsione elettrica.
Le produzioni di questo tipo sono ovviamente realizzate sui mercati locali stessi, per vari motivi, in primis finanziari, ma anche tecnici e normativi, non toccando troppo la nostra vecchia Europa; di certo spostano parte d’interesse e di risorse verso quei mondi, da parte di tutti i maggiori carmaker. Nello specifico l’accordo Toyota Suzuki che si avvia alla parte operativa prevede che la prima fornisca supporti tecnologici e la seconda, molto forte in India con Maruti, si occupi dell’assemblaggio e fornitura veicoli ai vari partner locali.
Non è raro nei due Paesi osservare oggi continui nuovi accordi tra aziende e politica, per attivare impianti produttivi dedicati all’auto elettrica. Un proliferare positivo che distanzia la situazione dell’industria di questi luoghi da quella delle nazioni dove l’automobile nacque, oltre un secolo fa.