Abbiamo viaggiato da Milano a Le Mans con una Toyota C-HR. Ecco com'è andata
18 giugno 2017
Toyota C-HR è indubbiamente uno dei prodotti più innovativi mai realizzati da Toyota ma soprattutto rappresenta qualcosa di nuovo nel contesto delle crossover compatte visto e considerato che per la prima volta si sono portati tutti i concetti stilistici di una vera coupé nel mondo delle SUV oltre che della trazione ibrida.
Un mix davvero "esplosivo" che in Toyota hanno realizzato andando ad aprire una nuova nicchia di mercato che tanto nicchia, in realtà, non è: le vendite nei primi 12 mesi di commercializzazione sono davvero interessanti ma la sensazione che sia un'idea di successo la si tocca con mano nel nostro viaggio da Milano a Le Mans: la C-HR ha catalizzato sguardi e, nemmeno fosse una supercar, ha stuzzicato la fantasia di alcuni passanti che ci hanno chiesto le classiche informazioni su marca e modello.
E' una vettura indubbiamente "strana", catalizza l'attenzione, ma è allo stesso tempo abbastanza semplice da spiegare: basta partire dal fatto che il powertrain che la spinge è ibrido (vero, c'è anche il 1.2 turbo benzina...) per spiegare a chiunque quando lo stile futuristico non sia l'unico elemento che la distingue da tutte le altre. Una tecnologia ibrida ultracollaudata, la stessa della Prius IV...dalla quale "prende spunto" anche per la piattaforma costruttiva, la Toyota New Global Architecture TNGA. Una piattaforma che permette ai 436 cm della Coupé High Rider di offrire una ottima ottima risposta di telaio e sospensioni (1.500 kg circa) ed allo stesso tempo di ospitare il pacchetto ibrido senza rinunciare a nulla in termini di spazio: visibilità posteriore a parte, in quattro si sta comodi ed i 377 litri di bagagliaio (1.160 abbattendo gli schienali) sono più che sufficienti per una giovane famiglia.
Due le motorizzazioni dispinibili per C-HR: il quattro cilindri turbo benzina da 116 CV e la gettonatissima versione ibrida che combina un motore elettrico ed un 1.8 termico a ciclo Atkinson per fornire 122 CV ed una capacità di accelerare da 0 a 100 km/h in 11 secondi a fronte di un consumo omologato di 3,8 litri/100 km.
Nel nostro viaggio da Milano a Le Mans abbiamo cercato di scovare alcuni punti in comune tra la tecnologia ibrida della C-HR e quella usata a Le Mans: sembra impossibile, anche perché la guida dell'ibrido stradale Toyota è tutt'altro che sportiva, ma alcuni concetti utilizzati dalla TS050 Hybrid 2017 sono esattamente gli stessi delle normali vetture di serie, a partire dal contenimento dei consumi che nel caso della vettura da corsa non avviene per questioni di risparmio e di contenimento delle emissioni ma di possibilità che la ridotta richiesta di carburante può offrire ai tecnici per la definizione delle strategie di gara: realmente il risparmio è i 2/300 metri al litro, che declinati nel contesto di un serbatoio da 62,5 litri significano 1 giro della pista di Le Mans (13 km).
Niente male se si considera che la possibilità di sfruttare per la trazione elettrica anche le ruote anteriori (con un potenziale di energia massimo di 8 mJ) permette alle LMP1-h di essere estremamente veloci in uscita di curva...e la dimostrazione è il fatto che Kobayashi con la Toyota n.7 ha ottenuto un incredibile record della pista durante le qualifiche: 3'14"796. Eccezionale.
Dalla pista alla strada e viceversa, insomma, con prestazioni incredibili (in pista) e consumi molto ridotti su strada: la nostra C-HR a pieno carico ha percorso 15 km/l in autostrada passando di slancio i 20 km/litro nelle fasi urbane ed extraurbane.