Tom Kristensen, Audi: «37 anni di corse, 9 Le Mans, ma il successo più bello è sempre l'ultimo»

Tom Kristensen, Audi: «37 anni di corse, 9 Le Mans, ma il successo più bello è sempre l'ultimo»
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Tom Kristensen, dopo una carriera formidabile, saluto l'Audi, con cui ha vinto tantissimo nell'endurance, e dice per sempre addio alle corse. Ecco l'intervista a Mr Le Mans
18 dicembre 2014

In occasione della serata conclusiva della stagione sportiva Audi abbiamo intervistato Tom Kristensen, Mr Le Mans, che, dopo una carriera strepitosa, ha deciso di lasciare per sempre il mondo delle corse.

 

Come ogni grande pilota ami nel profondo le automobili. Ma dove tieni tutte quelle della tua collezione?
«Sto costruendo una casa per la mia famiglia; c’è tutto quello che mi serve – compreso un enorme garage-showroom. Nel corso degli anni ho investito molti soldi per comprare sempre più terreno attorno al mio, anche se poi ne ho venduto un po’ per permettere ad altre persone di costruire in quella zona, quindi ho una casa molto grande. E' chiaro che la regina del garage sarà l'Audi R18 e-tron quattro che mi hanno regalato questa sera.»

 

Ma sarà aperta al pubblico?
«No, sarà solo per i miei amici e magari per qualche addetto ai lavori.»

 

Qual è la vittoria che ricordi meglio, a cui sei più legato?
«Guido da 37 anni, quindi faccio fatica ad identificare una vittoria più significativa di altre. Un giornalista specializzato fra quelli presenti qui però mi ha chiesto di dirgliene dieci – a tutt'ora non sono riuscito a scendere sotto le dodici quando penso alle migliori vittorie della mia carriera, non riesco a toglierne nessuna.  Sono tutte davvero importantissime; non è che voglia vantarmi per quante gare ho vinto, è che corro davvero da tantissimo tempo e ho quindi vissuto tantissimi momenti meravigliosi.»

 

«Come vi risponderebbe qualunque altro pilota al mio posto, la prima vittoria in ciascuna categoria ha qualcosa di speciale – è un punto di svolta nel modo di pensare e correre di un pilota, le fondamenta su cui si costruisce la propria carriera. Sicuramente quindi metterei le vittorie con i kart, ma anche la prima vittoria con Audi, a Sebring: quella è stata davvero importante. Poi a Le Mans, nel 1997: la prima vittoria in quella che molti definiscono la miglior 24 ore del mondo… e anche quella dell’anno scorso. E’ stato un weekend tremendo ma al tempo stesso una gara meravigliosa, che ha messo in mostra lo spirito delle persone che lavorano con me: non molliamo mai.»

tom kristensen emiliano perucca
Abbiamo incontrato Tom Kristensen all'evento conclusivo della stagione sportiva Audi 2014

 

«Ad essere onesti, il miglior weekend di tutta la mia carriera agonistica è stato ad Interlagos. Non tanto per le statistiche, la vittoria, l’essere veloci – certo, anche queste cose sono importantissime, ma il fatto che fosse la mia ultima gara ha fatto si che le mie sensazioni fossero molto diverse. E poi la gente, i meccanici – avevano appena appreso la notizia dalla conferenza stampa… sono stati tutti gentilissimi. Ho quasi pensato ‘ehi, ma perché non ho deciso di ritirarmi prima?’ il che è strano, perché in effetti non ho mai pensato di smettere prima di quest’anno.»

 

E qual è stata la tua macchina preferita?
«Sempre quella che avrei guidato dopo. Come faccio a dirlo adesso? Anzi, è facile: l’ultima! L’Audi che ho guidato ad Interlagos. La macchina di quest’anno è stata eccezionale; forse ritoccando ancora qualcosa avremmo potuto renderla ancora più neutra, ma è sempre stata la migliore in pista per agilità, velocità in curva… con Audi è sempre stato così, non mi è mai capitato che lavorando si facesse un passo indietro. Il peggio che mi è capitato è stato che un’evoluzione non portasse benefici.»

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Kristensen, visibilmente commosso, saluta gli uomini di Casa Audi per l'ultima volta

 

Hai pensato a continuare la tua carriera con le GT? Magari come Dindo (Capello, Ndr), che sta andando fortissimo e che pare voglia convincerti?
«Beh, non dovete convincere me che Dindo sia forte! Ma ho preso la mia decisione e la mia carriera finisce qui. La cosa non significa che non prenderò mai più un volante in mano, ma che non ho più voglia di impegnarmi sull’arco di un campionato come questo – magari farò qualcosa per divertirmi, Goodwood, o qualche manifestazione per auto storiche, altre cose... ma sarà qualcosa di nuovo. Ho questa sensazione fin da quando ho fatto la conferenza stampa – certo, le gare mi mancheranno, ma basterà per spingermi a ritornare? Non lo so, non credo: per ora preferisco vivere soddisfatto di tutto quello che sono riuscito a fare nella mia carriera, che credo proprio finisca qui. Qualcuno ha ricominciato, ma credo proprio che io non andrò oltre qualche gara tanto per divertirmi, niente campionati di alto profilo – se Dindo continua a chiamarmi spenderà un sacco di soldi in telefonate per nulla. Insomma, sarebbe bello correre una gara con Dindo e Alan (McNish, Ndr) perché ormai abbiamo una specie di immagine pubblica – magari fra trent’anni faremo una gara insieme con le storiche.»

Se dieci anni fa mi aveste detto che avrei vinto Le Mans su un’auto ibrida mi sarei messo a ridere, e invece eccoci qui

 

Ultima domanda: cosa ne pensi dello sport motoristico odierno?
«Lo sport è sempre in movimento. Guidare auto da corsa per tre decenni è stato affascinante, anche perché abbiamo fatto tante cose diverse: se dieci anni fa mi aveste detto che avrei vinto Le Mans su un’auto ibrida mi sarei messo a ridere, e invece eccoci qui. Lo sport è molto complesso, come avete visto dai regolamenti di quest’anno – credo che in futuro si spingerà sempre di più sull’efficienza, cosa che ad Audi fa molto piacere ed avrà positive ricadute sulle emissioni nocive delle auto.»

tom kristensen 9
La prima vittoria di Audi a Sebring è stata indimenticabile per Kristensen

 

Credi che l’efficienza sia il concetto giusto su cui insistere anche in Formula 1?
«Diciamo che per come viene approcciato nel WEC il concetto di efficienza mi piace. La Formula 1, che è senza dubbio la categoria regina dello sport motoristico, sta riguadagnando molti fan, cosa che mi fa molto piacere al di là del mio sostegno alla WEC. Dobbiamo ricordarci sempre che iniziamo tutti come tifosi, fan delle gare, per poi crescere e diventare meccanici, piloti, giornalisti – lo sport è affascinante, e dobbiamo salvaguardarlo»

«Adesso faccio parte della FIA, sono nella Drivers’ commission con Emerson Fittipaldi per offrire il punto di vista del pilota, ritenuto giustamente necessario. Lo sport dovrà andare sempre di più a braccetto con la sicurezza senza però compromettere lo spettacolo: l’attività agonistica dovrà restare sempre affascinante – ha tutte le potenzialità per esserlo.»

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Kristensen è salito sul podio a Interlagos, dopo la sua ultima corsa in carriera

 

A questo proposito, la sicurezza è legata in qualche modo anche all’età dei piloti?
«L’età? No, ci sono tantissimi piloti molto giovani, ma ci vorrebbe un discorso troppo lungo e circostanziato per sviscerare la questione. Ripeto: la sicurezza non può venire mai compromessa, ma per esempio penso che il fattore più importante al momento siano i confini della pista – che non devono pregiudicare la sicurezza ma allo stesso tempo devono permettere ad un pilota che sbaglia di rientrare in gara. Ma, ripeto, solo se la cosa non costituisce una minaccia per la sicurezza.»

 

Insomma, perché non dici la verità? Ti stai ritirando per avere più tempo da passare in sella alla tua Ducati!
«(ride) Non ne ancora ordinata una, e sono abbastanza indeciso, ma credo proprio che sceglierò una Panigale!.»
 

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