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Fase 2 è iniziata il 4 maggio e le Concessionarie del Gruppo PSA Italia sono tornate ad aprire i battenti: distanza di sicurezza minima, sanificazione di auto e ambienti ma anche smart working dove possibile. Elementi e strategie anti contagio che fanno parte di un piano di PSA Group che è stato replicato non solo negli uffici della filiale italiana che controlla i marchi Peugeot, Citroen, DS e Opel ma anche nei luoghi di contatto con i clienti di concessionarie ed officine. Gaetano Thorel, oggi al comando di PSA Italia, ci spiega come l'azienda abbia lavorato in fase 1 e come si sia preparata a fase 2.
Come avete gestito la prima fase dell'emergenza COVID-19 e come affronterete la Fase 2?
Gaetano Thorel: «Partiamo per un viaggio nuovo. Abbiamo gestito la parte sanitaria ed ora dobbiamo convivere col virus. Tutte le nostre concessionarie seguono il piano "we all care" che è stato studiato da PSA per tutti i nostri siti, dagli uffici ai siti industriali e quindi anche le concessionarie. Dal 5 marzo lavoriamo in remoto, abbiamo imparato che possiamo lavorare bene in remoto tanto che vorrei lavorare al 50% in remoto anche passata l'emergenza, perché trovo che sia un modo di vivere che riavvicina i lavoratori alle famiglie. Per quanto riguarda i concessionari abbiamo cercato di limitare i loro pagamenti nei nostri confronti cercando di lasciare liquidità, fondamentale per la riapertura».
Il settore automotive può riprendersi rapidamente?
«Se la domanda c'è il settore può ripartire velocemente. Il settore dell'auto garantisce allo Stato 80 miliardi di incasso a livello di accise e tasse, circa 20% del PIL se aggiungiamo la produzione d'auto nazionale. Se il Governo accetterà il nostro piano di incentivi che abbiamo proposto anche tramite UNRAE spero che a dicembre ci si possa guardare indietro e pensare che sia stato un brutto sogno. Certo tra sei mesi le cose saranno diverse».
La Fase 2 come cambierà il rapporto tra venditore e cliente?
«Il rapporto venditore cliente sarà più digitale rispetto ad oggi ed anche la relazione sarà diversa ma comunque fisica nella parte finale o nella prova su strada. Non c'è dubbio che la mascherina non aiuta ma la useremo in tutti i luoghi chiusi, tutti, quindi sarà un elemento di normalità e ci faremo le misure».
Continuerete il percorso verso l'elettrificazione anche dopo la crisi dovuta al COVID-19?
«Penso che la transizione che il mondo dell'auto ha iniziato negli ultimi mesi e che durerà 5/10 anni deve portarci ad un obiettivo finale. Non si parla di PM10 o di NOx. Si parla più che altro di decarbonizzazione del pianeta ed ogni settore deve dare il suo contributo. Ci vorrà del tempo ma l'obiettivo che ci siamo dati è quello. Perché allora l'auto elettrica? Perchè si può ricaricare anche da fonti rinnovabili. Gli ADAS fanno parte di tutte le automobili e sono un elemento da considerare ma faccio fatica a vedere una incentivazione su questo tema, più che altro per la gestione. Il passaggio all'elettrico è più chiaro anche da spiegare e fa parte di quella necessità di svecchiamento del parco auto italiano che in un caso su tre è maggiorenne: una Euro 2 inquina come sedici vetture Euro 6».
Cosa chiederebbe al Governo per incentivare il settore dell'auto?
«Questa è l'occasione per allineare la nostra fiscalità a quella dei Paesi più moderni. Dobbiamo consentire alle Partite Iva di poter scaricare l'IVA al 100% e questo può dare un input fondamentale per il rilancio del mercato. L'auto non è un lusso ma un oggetto di mobilità che è fondamentale per la società».
L'automobile è un posto sicuro?«Con i protocolli di sanificazione implementati, sì. Nelle nostre officine e nelle nostre concessionarie l'auto viene sanificata quando entra e quando esce ed in più viene sigillata con uno sticker che dimostra che l'auto ha subito il trattamento. E' la nuova normalità. Per quanto riguarda l'uso per trasporto quotidiano nella Fase 2, direi che l'auto tornerà centrale perché ci sarà uno strascico psicologico. Elementi come il car sharing dovranno prevedere un processo di sanificazione, i mezzi di trasporto pubblico avranno capacità limitata ed alcune città si stanno attrezzando per migliorare piste ciclabili e marciapiedi. Però il monopattino o la bicicletta non possono essere la soluzione per la maggior parte delle persone».
Per il gruppo PSA il target dei 95 g/km è una questione etica prima che una multa di Bruxelles. Vogliamo dimostrare di essere un gruppo che pensa al futuro dei nostri figli
L'usato tornerà? Ci saranno promozioni speciali?
«Prima del COVID-19 abbiamo lanciato Spoticar che si posiziona come una sorta di Autoscout. Il segreto di questo sistema è la possibilità di dare lo stesso programma di vendita che abbiamo sul nuovo anche sull'usato. Quindi free2move ci sarà anche sull'usato e questo permetterà di ampliare la gamma di strumenti con i quali avere accesso all'automobile nuova o usata».
«Il consumatore sarà più attento alla sicurezza, per poter far fronte a malattie o situazioni speciali. Il consumatore guarderà di più a strumenti di utilizzo del mezzo che possa metterlo al sicuro nel caso di problemi. Free2Move è un noleggio flessibile con una uscita senza penali ed un concetto di assicurazione COVID-19 che stiamo studiando ed a breve proporremo. Il noleggio farà un grosso passo avanti soprattutto se il Governo appoggerà il concetto di defiscalizzazione».
Si riuscirà ad arrivare ai livelli di CO2 previsti da CAFE 2020?
«Per il gruppo PSA il target dei 95 g/km è una questione etica prima che una multa di Bruxelles. Vogliamo dimostrare di essere un gruppo che pensa al futuro dei nostri figli. Dal primo gennaio 2020 noi siamo aderenti al nostro target di emissione di CO2 sotto ogni punto di vista ed i numeri dei primi quattro mesi di quest'anno lo confermino. Il raggiungimento dei target non può essere messo in discussione per via delle questioni legate al COVID-19»..