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Richard Hammond e James May tornano davanti alle telecamere per rendere omaggio alla gloria e al potere del motore a combustione interna, ripercorrendo insieme alcuni tra i momenti più iconici della loro avventura televisiva in The Grand Tour. Lo fanno con l’ironia e la complicità di sempre, ma questa volta senza Jeremy Clarkson.
Non è un documentario tecnico e nemmeno un’uscita ad alta velocità, ma una celebrazione affettuosa e un po’ nostalgica: “non è un video sui motori”, precisano i protagonisti stessi. È piuttosto un viaggio tra ricordi, esplosioni e auto leggendarie, con una sorpresa finale che, letteralmente, fa saltare tutto in aria.
Nel corso dell’episodio, Richard e James rivivono insieme la Santissima Trinità delle supercar, ovvero il celebre confronto tra Ferrari LaFerrari, Porsche 918 Spyder e McLaren P1, una delle sequenze più amate della serie. Si prosegue con una scorribanda a Detroit tra muscle car americane, un viaggio ad altissima velocità in Bugatti e persino con l’episodio del carro armato. A chiudere, una corsa simbolica che rappresenta il passaggio dal passato al futuro dell’automobile, raccontata con il tono irriverente che ha reso famoso il trio britannico.
Ma il culmine della puntata è un altro: la casa di Jeremy Clarkson esplode in mille pezzi, come omaggio definitivo e liberatorio alla fine di un’epoca. Una scena che Richard e James “volevano rivedere”, con tutto il gusto della comicità inglese.
The Not Very Grand Tour non è un reboot, né un nuovo inizio. È un pezzo unico, una lettera d’amore a ciò che è stato, e forse l’ultima avventura insieme dei conduttori che hanno rivoluzionato la narrazione automobilistica in TV, da Top Gear fino alla serie firmata Amazon. Un epilogo per celebrare la macchina a benzina mentre il mondo si dirige verso l’elettrico, ma anche per sottolineare — con una risata — che “non ci sarà mai più niente del genere”.