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Tesla ha registrato un pesante calo del 45% nelle vendite in Europa a gennaio, fermandosi sotto le 10 mila unità vendute. Il dato appare ancor più significativo considerando che, nello stesso periodo, le immatricolazioni di veicoli elettrici in Europa sono aumentate del 34%, raggiungendo quota 124.341 unità, secondo l’Associazione dei costruttori europei (ACEA). Il colosso texano, che per anni ha dominato il mercato, si trova ora a fronteggiare una serie di fattori che ne hanno indebolito le performance.
Uno dei motivi del crollo potrebbe essere il crescente interventismo politico di Elon Musk. Da ex consigliere del presidente Donald Trump, Musk ha recentemente attaccato il premier britannico Keir Starmer e ha espresso sostegno all’ultradestra tedesca dell’AfD, una posizione che potrebbe aver influenzato negativamente l’immagine di Tesla in mercati chiave come il Regno Unito e la Germania. Alcuni sondaggi mostrano infatti un calo di popolarità per l’imprenditore sudafricano, elemento che potrebbe aver spinto alcuni clienti a guardare altrove.
Un altro elemento che ha penalizzato le vendite è stato il restyling del SUV Model Y, il modello più venduto di Tesla. Il processo di aggiornamento ha causato un rallentamento nella produzione, con conseguenti ritardi nelle consegne, in particolare in Europa, dove i SUV rappresentano quasi il 50% del mercato elettrico. Questo stop temporaneo potrebbe aver spinto molti acquirenti a orientarsi verso altri marchi, in attesa del ritorno a pieno regime della produzione.
Dopo anni di dominio quasi incontrastato, Tesla si trova ora a fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita. Da un lato, gruppi come Volkswagen e Stellantis hanno investito miliardi per migliorare la loro offerta elettrica, mentre dall’altro le case cinesi, come BYD e Saic Motor, stanno portando avanti un’aggressiva espansione in Europa, grazie ai prezzi competitivi e a una gamma sempre più completa di veicoli.