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Tesla ha sempre seguito strategie di marketing e vendite decisamente diverse rispetto ai costruttori tradizionali. L’azienda di Elon Musk infatti non investe in pubblicità e vende le proprio automobili esclusivamente attraverso due canali: gli showroom ufficiali e online. Se all’inizio poteva sembrare una scelta azzardata - dovuta principalmente alla mancanza di budget - con il crescente prestigio dell’azienda si è rivelata un punto di forza. Tesla ha infatti un controllo quasi totale del proprio canale di vendita e si assicura degli standard che una rete di concessionarie non potrebbe garantire. Grazie ad una formazione interna poi, gli addetti alla vendita conoscono il prodotto decisamente meglio rispetto ad un collega che si occupa del mercato generalista. Un vantaggio competitivo quindi, se non fosse che in quarantotto stati degli USA esistono alcune leggi (dagli anni Trenta del secolo scorso) che limitano pesantemente la vendita diretta in modo da garantire ai costruttori tradizionali un terreno di gioco equo. Leggi che nel resto del mondo non esistono e che, anche per la politica statunitense, appaiono piuttosto controverse. Come sappiamo infatti, i venditori indipendenti (quindi le concessionarie e i grandi gruppi) fondano il loro guadagno soprattutto grazie all’assistenza e non in fase di vendita, tuttavia ogni veicolo viene venduto al cliente finale ad un prezzo superiore rispetto alla cifra pagata dal venditore alla casa madre. Un rincaro che nella vendita diretta di Tesla non esiste, motivo per cui alcune associazioni a tutela dei consumatori premiano il modello messo in atto da Elon Musk.
A complicare ulteriormente la questione per l’azienda californiana è il fatto che ognuno dei 50 stati membri degli USA ha delle leggi differenti. I più stringenti sono New Mexico, Alabama e Carolina del Sud, dove oltre ai punti vendita diretti sono vietati anche i centri assistenza. Vietata la vendita (ma non l’assistenza) anche in Louisiana, Texas (dove Tesla ha recentemente spostato la sua sede centrale), Connecticut, Virginia Ovest, Wisconsin, Nebraska e Oklahoma. In 8 stati membri invece c’è un limite per il numero di negozi, che vanno dai soli due della Virginia per arrivare ai sei punti vendita permessi in Carolina del Nord. Nel mezzo troviamo Ohio (3 negozi); New Jersey e Maryland (4 negozi); oltre a Pennsylvania, New York e Georgia con 5 punti vendita. Negli altri stati Tesla ha la possibilità (grazie a leggi applicate nel decennio appena trascorso) di effettuare vendite dirette in maniera pressoché illimitata. Con la progressiva espansione del marchio e la costante marcia verso l’auto elettrica, i vertici di Tesla stanno lavorando con la politica dei diversi stati per rivedere le normative. Ad oggi, negli Stati Uniti il marchio ha oltre 130 negozi e lavora meglio di qualunque altro brand con le vendite online.