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Dopo un ritardo di qualche giorno rispetto a quanto inizialmente previsto, è andata in scena la tradizionale conferenza stampa di Tesla, in cui Elon Musk ha spiegato i traguardi raggiunti dal brand focalizzandosi anche su quanto attende il marchio californiano per il prossimo futuro. E lo fa senza mezzi termini, prendendo immediatamente la palla al balzo per parlare di un tema davvero attuale: la guida autonoma.
L’Autopilot è uno dei motivi di vanti per Tesla, uno dei sistemi di assistenza alla guida forse più avanzati attualmente in commercio. Un nome simile, tuttavia, può essere – ed in alcuni casi lo è stato – fuorviante per gli utilizzatori, tanto da convincere lo stato della California e la Germania a chiederne la messa al bando.
Sono stato molto disturbato dalla cura e dall’insistenza dei media nel trattare gli incidenti mortali legati al sistema di Autopilot.
Dal canto suo, Musk rilancia le proprie intenzioni, cercando di alzare ancor più l’asticella proponendo features avanzatissime. Le future Tesla che usciranno dagli stabilimenti – Model S, Model X e Model 3 – saranno dotate dell’Hardware Two, un sistema avanzato composto nella fattispecie da otto telecamere con copertura a 360°, capaci di ampliare il raggio visivo sino a 250 metri di distanza, 12 sensori ad ultrasuoni la cui funzionalità non è dissimile dai sonar e, soprattutto, un radar rivisto e potenziato, per rilevare ostacoli anche con condizioni meteo non ottimali.
Nella personale scala di Tesla, ciò consentirà ai veicoli di raggiungere il livello 5 di autonomia, il quale non dovrebbe implicare alcun intervento da parte del guidatore. In questi casi il condizionale è d’obbligo, nonostante Musk cerchi di diffondere fiducia. «L’Hardware Two è differente dall’Autopilot, ed è sostanzialmente più sicuro rispetto alla guida umana.» commenta il manager sudafricano.
L’Hardware Two sarà disponibile fin da subito per gli utenti, ad un costo di 8.000 dollari, ma attenzione: il sistema lavorerà in modalità ombra, quando il guidatore controlla l’automobile. Le funzioni più comuni – e quelle più avanzate – verranno attivate gradualmente con il passare del tempo, attraverso il collaudato metodo over-the-air, a distanza di 2-3 mesi gli uni dagli altri, dopo quindi un comprensibile rodaggio da parte dei guidatori.
Scrivere un articolo parlando in maniera negativa dei veicoli a guida autonoma, dissuadendo in qualche modo le persone dal loro utilizzo, equivale ad uccidere le persone.
Bisogna, tuttavia, drizzare le orecchie. Un capitolo che sembra esser poco preso in considerazione quando si parla di guida autonoma, è quello legato ai risarcimenti assicurativi. In caso di sinistro, risponderebbe l’azienda o dovrebbe ricadere tutto sulle tasche del guidatore?
Per Musk la risposta è ovvia. «Le spese assicurative saranno a carico dei singoli. Se si dovesse trattare di un problema endemico, le cose sarebbero differenti, ma per anche per i bug al software i costi ricadranno sui guidatori.»
Non manca, poi, una stoccata polemica ai giornalisti, “rei” di dare risalto agli incidenti mortali causati dall’Autopilot. «Ciò che conta davvero è definire il concetto di “assoluta sicurezza”. Sono stato molto disturbato dalla cura e dall’insistenza dei media nel trattare gli incidenti mortali legati al sistema di Autopilot. Stiamo parlando di pochi casi in relazione all’oltre milione di morti per incidenti stradali che avvengono ogni anno. Questo è qualcosa che non si riflette positivamente sui media. Scrivere un articolo parlando in maniera negativa dei veicoli a guida autonoma, dissuadendo in qualche modo le persone dal loro utilizzo, equivale ad uccidere le persone.»