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Una curva senza visibilità sulla Laurentina, la velocità troppo alta, la perdita di controllo del veicolo con altri quattro occupanti e lo schianto. Ci ha rimesso la vita Simonetta Cardone, 67 anni, che viaggiava in senso opposto a bordo di una Lancia Y. La cronaca dei fatti è già stata ricostruita e lascia pochi dubbi sulle cause e sulle circostanze dell'accaduto: di nuovo un ventenne al volante, di nuovo un'auto di grande potenza (la Tesla coinvolta ha come minimo 347 CV e può arrivare a oltre 500), di nuovo una condotta di guida senza limiti, testimoniata da alcuni video trovati sul cellulare di Emanuele Esposito che vede un'auto lanciata a oltre 250 all'ora su via Cristoforo Colombo, a Roma.
Il guidatore, che è stato sottoposto ai test sulle sostanze alteranti ed è risultato negativo, pare abbia "sottratto" la Tesla nell'azienda di suo padre (non si sa se con il suo consenso oppure no) che si occupa di cura e manutenzione di veicoli a Pomezia. Una bravata per far colpo sugli amici? Probabile, ma è finita una volta di più in tragedia, e poteva andare anche peggio, visto il numero delle persone a bordo. La Polizia ha aperto un fascicolo anche sulla telemetria della Tesla che, com'è noto, è dotata di un sofisticato metodo di registrazione dati e video condiviso con il costruttore, dovendo accertare anche se in un certo momento era inserito il sistema di guida autonomo Full Self Driving, una prassi abituale per la Polizia così come lo è l'acquisizione delle immagini delle telecamere stradali o di bordo. Semmai per Tesla, è questo è sicuramente una tutela per la sicurezza, conserva questi dati e non è possibile farli sparire come è accaduto nel caso dell'incidente della Lamborghini Urus di Casal Palocco. Che poi servano per scagionare o accusare il conducente è ancora tutto da vedere.
Nella cronaca del fatto è stato sottolineato più volte che il ventenne guidava una Tesla, e questo a quanto pare ha scatenato la suscettibilità di alcuni supporter che accusano noi giornalisti di manipolare le informazioni per screditare il marchio americano, adombrando una sorta di complottismo anti-Elon che ha lo scopo di metterlo in cattiva luce insieme alle sue auto e così, forse, ritardare la transizione verso l'elettrico. Le occulte cospirazioni fanno sempre like e suscitano curiosità, quindi ci stanno, ma mi rifiuto di considerare questa notizia come anti-Tesla, per la semplice ragione che in tutte le news che parlano di incidenti vengono (quando sono disponibili) citate marche e modelli senza particolari censure o preferenze. Nell'incidente di Casal Palocco, che sembra avere molte analogie con questo, il marchio Lamborghini non è certo stato "risparmiato" dai titoli, così come non lo sono mai stati i brand più conosciuti come Ferrari o Porsche.
Che l'incidente sia accaduto con una Tesla è un dettaglio che fa parte del dovere/diritto di cronaca, usare questo dettaglio come un'accusa di partigianeria è stupido e falso, e distrae dal vero problema: non può e non deve passare inosservato che questo episodio è l'ultimo di un tragico precipitare della situazione che porterà - come già accaduto - ad un inasprimento delle pene senza una reale possibilità di prevenzione e controllo su pazzesche sfide social portate al limite per un "mi piace" da guidatori incapaci e irresponsabili.
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