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La batteria dalla vita quasi infinita di Tesla, si calcola capace di far percorrere ad una vettura elettrica circa 1,6 milioni di chilometri nell’intero ciclo di vita, è più vicina.
Il costruttore di Palo Alto ha infatti brevettato un sistema, denominato “Method for Synthesizing Nickel-Cobalt-Aluminum Electrodes”, che prevede un processo di realizzazione di elettrodi al nichel-cobalto-alluminio (NCA) di caratteristiche elettrochimiche superiori alle tecnologie attuali che consentono alle batterie oltre 4.000 cicli di carica/scarica.
Le performance superiori di questa parte fondamentale degli accumulatori, messa a punto insieme alla canadese Dalhousie University, permette in prospettiva di arrivare alla famosa batteria “da 1 milione di miglia” annunciata da Elon Musk qualche tempo fa.
Si tratta dell’ancora misterioso “progetto Roadrunner” che sarà illustrato nell’evento Battery Day inizialmente previsto all’inizio di maggio e poi rimandato a data da destinarsi per lo scoppio negli USA dell’epidemia di Coronavirus.
Gli elettrodi al nichel-cobalto-alluminio renderebbero inoltre più economica la produzione di batterie, il cui costo incide ancora sul prezzo finale delle auto elettriche in maniera maggiore rispetto a tutto il resto di cui è composto un veicolo a batterie.
L’obiettivo, non solo di Tesla, è quello di arrivare ad un rapporto tra costo di produzione e capacità di 100$/kWh dagli attuali 150$/kWh.