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Le tecnologie legate alla guida autonoma fanno passi da giganti: lo dimostra Tesla, che di volta in volta sta implementando sempre più interessanti forme di automatismo all'interno delle sue vetture. Purtroppo però, quando la salute di una persona è legata ad una IA, un algoritmo o una macchina, il minimo errore umano (di programmazione) può portare molti problemi.
È questo il caso di alcune Tesla che stanno mostrando problemi con l'Autopilot, come è successo nel 2019 a George Brian McGee, un finance executive della Florida. Purtroppo George era impegnato a raccogliere il suo telefono, caduto sul tappetino dell'auto, per notare i segnali di Stop e le luci rosse che evidenziavano una strada che non continuava. Purtroppo l'Autopilot, che gestisce accelerazione, frenata e sterzata, non ha visto alcun segnale di alcun tipo, e si è schiantata in una Chevrolet Tahoe parcheggiata, uccidendo al suo interno una studentessa di 22 anni, Naibel Benavides.
Effettivamente l'errore non sembra legato a strani meccanismi, ma alla frenata d'emergenza, uno dei sistemi ADAS più diffusi al momento. Non si trattava del primo incidente: nel 2018 ce n'erano stati già altri 11, e tutti legati alla mancata lettura di luci segnaletiche di auto come polizia o vigili del fuoco. Se quindi da un lato abbiamo un sistema (che potremmo dire ancora prototipo) che non riesce a gestire alcune dinamiche, c'è da evidenziare che la presenza dell'Autopilot porta molto spesso i guidatori ad essere più distratti.
Ricordiamo comunque che l'Autopilot non rende la Tesla autonoma: si tratta infatti ancora di un sistema di guida autonoma di Livello 2, e che quindi gestisce solo sterzate, accelerazione e freno. Mentre quindi si continua a lavorare per migliorare il sistema, una delle soluzioni che alcune aziende stanno adoperando è il blocco della funzione su strade cittadine, decisamente più avezze a pericoli difficili da evidenziare, mentre rimarrebbe utilizzabile su autostrade e simili.