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Le auto elettriche vendute nel mondo hanno toccato i quattro milioni, nel secondo semestre 2018 e viaggiano sempre più spedite in termini di diffusione. Come va la “regina” degli EV, Tesla, realmente? Le sue finanze, la sua produzione, il portafoglio prodotti e mercati rispetto a una concorrenza crescente? Non facile dare una risposta quando le voci sono discordi, fatto sta che oggi si parla di batterie, non di sola Model 3.
Se ne era già parlato, ora si torna sulla questione facendo di conto più precisamente, come è francamente divenuto norma, parlando di Musk. Gli americani dell’azienda capitanata dal mitico Elon vanterebbero una tecnologia non da poco, su questo fronte, almeno secondo quanto stima nientemeno che Bloomberg nel suo dipartimento di ricerca sulle nuove energie. Un bel vantaggio finanziario, se le ipotesi ventilate da Tesla si verificassero precisamente, un vantaggio che permetterebbe di spendere tutti i soldi risparmiati rispetto alla concorrenza per integrare servizi e contenuti nelle future Tesla. Ci sperano gli azionisti, lo dichiara cosa fatta Musk.
In pratica la partnership nippo-americana vede collaborare i dipendenti di Musk con la Panasonic, per ottenere batterie che nelle Tesla usino sempre meno cobalto rispetto alla concorrenza e il fatto diventa rilevante economicamente, nel momento in cui proprio il prezzo dell’elemento in voga per gli EV sale parecchio, insieme a relative polemiche ambientaliste o sociali. Il CEO di Tesla parla di scendere in un paio di anni sotto il livello di costo dei 100 dollari / kWh, mentre gli studi Bloomberg danno un simile livello raggiungibile circa cinque anni dopo, nel 2025, almeno per la media dei concorrenti.
Raggiungere davvero un simile obiettivo tanto prima dei rivali vorrebbe dire essere nuovo riferimento dell’industria, per Tesla, ma… Ci sono molti ma: Panasonic non fornisce unicamente Tesla e a loro volta le due aziende sono contornate da concorrenti ostici, in primis i cinesi di BYD (top-seller mondiale di EV) che non sempre divulgano con largo anticipo quello che hanno in cantiere; ma anche tutta la filiera giapponese, che di suo ha messo in programma il bando del cobalto.
Staremo a vedere, come si evolveranno le finanze Tesla e quindi i suoi chiacchieratissimi prodotti, dall’esterno non ci è dato ora sapere la verità sulle batterie senza cobalto. Di certo, nel momento in cui il mercato degli EV uscirà dalla nicchia, il buon Elon dovrà avere nella manica qualche asso per tenere Tesla ancora in alto, nella percezione e nei desideri degli automobilisti. Già oggi in molte nazioni le Tesla faticano a fare breccia nel mercato, mentre le alternative elettriche crescono di giorno in giorno, anche a prezzi più contenuti.
Questione di orizzonti, temporali, quelli dove gli stessi studiosi del BNEF prevedono prima che a fine anni Venti si verifichino gli esiti globali della diffusione in massa per gli EV, poi, che entro il 2050 metà della corrente elettrica necessaria nel pianeta arriverà da Vento e Sole. Intanto, per molti, coda al distributore, quello con i prezzi di benzina e gasolio più bassi.