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Arrivano investimenti ucraini, e arrivano direttamente alla ex fabbrica della Fiat di Termini Imerese: a farli il CEO di Alumeta Group, Sergey Shapran, 38 anni. La scelta è stata presa per rilanciare le attività del gruppo in Europa.
Shapran spiega: "Sono contrario al fatto che siamo considerati una base di materie prime per altri paesi ed esportiamo solo rottami metallici. L'Ucraina dovrebbe esportare un prodotto finito con un alto valore aggiunto per portare denaro nel paese» ha detto Shapran. Poi è arrivata la guerra con nuove dinamiche e ha impresso un cambio di strategia: «Il sito di Termini Imerese è la base per la strategia di crescita in Europa. Cercavamo un sito in Europa già da prima dello scoppio della guerra. Il mercato è in continua espansione e dobbiamo aumentare la capacità produttiva. Sicuramente inoltre il nostro stabilimento in ucraina sarà fortemente impegnato nella produzione per la ricostruzione finita la guerra".
Nel 2011 Sergey, 26enne proveniente da un'esperinza a capo dell'ufficio legale dell'azienda ucraina Metalplast, decide di fondare la propria azienda comprando il complesso industriale di Brovary: "Nessuno credeva che avremmo davvero avuto successo. Tuttavia, siamo stati in grado e oggi stiamo lavorando a pieno regime e i nostri dipendenti sono fiduciosi per il domani".
Mentre si attende il bando per l'assegnazione dello stabilimento, Alumeta rivela che ha intenzione di investire inizialmente 41 milioni di euro, (27 di capitali propri, 14 di finanziamento bancario): l'obiettivo è creare una fabbrica di produzione di profilati e componenti di alluminio (circa 1.100 tonnellate al mese).