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Poche aziende italiane presenti nel settore dell’”automotive” hanno avuto uno sviluppo più rapido della Texa. Fondata solo 15 anni fa, è in breve tempo diventata leader mondiale nella diagnostica multimarca, lanciando prodotti ormai mitici tra gli autoriparatori, come l’”Axone”, il “Navigator”, il “Pegaso”.
Si stima che circa il 50% dei meccanici italiani utilizzi almeno uno di questi prodotti, rigorosamente progettati e costruiti nella Penisola (non a caso coniugano alla grande efficienza un design molto piacevole ed elegante), ed anche all’estero vantano moltissimi consensi (oggi Texa ha otto filiali e molteplici importatori).
Fin dall’inizio Texa ha puntato con meticolosa attenzione e grande impegno verso l’utilizzo di nuove tecnologie, tanto da meritarsi vari riconoscimenti internazionali per l’innovazione, tra cui quelli di Intel e Frost & Sullivan.
Con il nuovo millennio Texa ha individuato lo sviluppo dei propri strumenti nell’impiego esteso della diagnostica mobile, sia con il largo utilizzo del bluetooth per svincolare l’autoriparatore da cavi e fili, sia con la vera e propria telediagnosi. Questa ultima ha dato vita al rivoluzionario progetto TMD, Texa Mobile Diagnosis.
Componente fondamentale del TMD è una centralina elettronica che, connessa alla presa diagnostica del veicolo, consente di trasmettere ad una centrale operativa tutti i dati di funzionamento relativi ai vari sistemi elettronici di bordo (iniezione, abs, sospensioni ecc).
TMD sfrutta tutte le risorse di autodiagnosi (segnalazione guasti, spegnimento spie, regolazioni, lettura parametri di funzionamento ecc.) dei sistemi già presenti a bordo del mezzo, comunicando direttamente con questi attraverso specifici protocolli di comunicazione, una schede GSM ed internet.
Oggi TMD viene utilizzato specialmente per la gestione di flotte di veicoli aziendali, dove consente grosse economie, ma le sue potenzialità sono enormi in un futuro a breve termine anche per l’automobilista comune. Già per esempio la supersportiva Pagani Zonda adotta questo sistema, che consente allo specialista di monitorare a distanza lo stato meccanico ed elettronico della vettura, in pratica una vera e propria telemetria remota.
Se da un lato Texa continua ad affinare la propria tecnologia, soprattutto nella direzione di una sempre maggiore facilità di utilizzo nonostante la crescita esponenziale sulle vetture moderne di centraline elettroniche ed altre “diavolerie”, dall’altro ha coerentemente dato vita ad un nuovo progetto, che si propone di ottimizzare anche la “parte umana”, ovvero i meccanici autoriparatori.
Ecco allora i progetti TexaEdu e TexaClub, entrambi finalizzati al migliore sfruttamento della Legge Monti che, sulla base della normativa europea, ha equiparato le reti di assistenza indipendenti a quelle di ufficiali delle Case automobilistiche, senza che la scelta comporti alcuna conseguenza sulla garanzia rilasciata dal costruttore per difetti di conformità.
Lo scopo di TexaEdu, una serie di corsi di formazione altamente specializzati distribuiti in circa 25 sedi, è offrire ai riparatori che utilizzano i prodotti Texa una preparazione ad altissimo livello per poter intervenire a colpo sicuro sui sistemi che governano le vetture d'oggi (già oggi esistono modelli con oltre 60 centraline connesse alla linea Bus-Can).
Lo step successivo è la possibilità di aderire al Texaclub, un network di officine affiliate che possano rivaleggiare in quanto a competenza e preparazione con le reti ufficiali, garantendo all’automobilista una percezione di affidabilità e sicurezza del tutto pari a quella delle grandi case, con in più il vantaggio di magari una maggiore cortesia, vicinanza e “familiarità”.