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La App e i servizi di Uber sono abbastanza sicuri? Dalle parti di Londra è in corso una battaglia, che vede al momento il TFL (Transport for London) negare al colosso americano nuove licenze per operare. Questioni di dettaglio normativo certo, ma anche di sicurezza, vera. Ovviamente arriva l'appello di Uber, dopo il rifiuto londinese. Non è la prima volta che accade e il procedimento legale è potenzialmente lungo a questo punto, ma intanto Uber lavora e si dice pronta a soddisfare le richieste degli inglesi.
Sarebbero circa 45.000 i conducenti dell'azienda a Londra, con il dubbio, sollevato, che sia però difficile identificarli e renderli responsabili di preciso tutti. Causa lacune nel software, aggirabile con furbizia. Per cui pare che nella pratica, ci si possa trovare seduti in vetture con guidatore non corrispondente a quello pubblicato, in un terzo dei casi.
Non è solo Londra con i suoi classici tassisti che mette freni a Uber, anche una capitale come Copenaghen e l'Ungheria intera hanno in qualche stoppato la crescita del servizio online per le auto, di recente. In madre patria, addirittura, il colosso della Silicon Valley deve pubblicare report sulla sicurezza molto esaustivi e nel 2018 si segnalano moltissime aggressioni, anche gravi, durante i servizi. Percentuali basse, certo, ma numeri comunque su cui riflettere in tema di sicurezza: oltre tremila quelle a sfondo sessuale, nove i decessi.
Pare però che il nuovo servizio Jump by Uber, sharing di micromobilità elettrica (bici e monopattini) potrà in breve accontentare cittadini e lavoratori di molte capitali europee, Italia inclusa (per ora solo a Roma).