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«Il mio nome è Tavares, Carlos Tavares»: il nuovo Ceo della neonata Stellantis ha varcato il confine ed è sceso in Italia, per fare la conoscenza con alcune delle realtà produttive che l’accordo tra FCA e PSA ha portato in dote al nuovo gruppo mondiale dell’automotive.
Tavares ha voluto per prima visitare Mirafiori, impianto simbolo dell’intera storia Fiat, per poi dirigersi a Melfi accompagnato dal presidente John Elkann, prima dell’ultima tappa in programma a Cassino.
Molto significavi la visita allo stabilimento lucano, durata più di sei ore: i vertici Stellantis hanno incontrato i dirigenti della fabbrica e una rappresentanza degli oltre settemila dipendenti, oltre ad una visita ai reparti dove al momento vengono allestite 500X, Jeep Compass e Renegade.
Nel corso di un colloquio con le delegazioni sindacali, ed alla presenza di Elkann, Tavares ha ribadito un concetto già espresso in occasione del primo discorso: «Tutti i posti di lavoro saranno salvaguardati».
Un concetto ovviamente molto apprezzato dai sindacati: «La visita di Tavares - hanno detto Vincenzo Tortorelli e Marco Lomio segretari regionali della Uil e della Uilm Basilicata - ha un grande significato simbolico e non solo perché dimostra che negli anni abbiamo, tutti insieme, costruito un'eccellenza del gruppo FCA. La presenza dell'ad Tavares conferma che si parte ancora da Melfi con Stellantis».
«Melfi rappresenta un modello importante di sinergie tra due grandi realtà - ha rilevato Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim - quella italiana con la 500x e quella di Chrysler con le Jeep. Questi elementi di integrazione su piattaforme prodotto sono fondamentali e Stellantis dovrà utilizzarli per dare prospettive agli stabilimenti italiani e mettere a saturazione gli impianti dando sicurezza all'occupazione nel Paese».
«Tavares parte con il piede giusto - commenta Rocco Palombella, numero uno della Uilm - Dopo la quotazione in Borsa ha fatto un incontro con le maestranze, ascoltato le organizzazioni sindacali ed ora visita gli stabilimenti e incontra direttamente i lavoratori. Una dimostrazione di rispetto nei confronti di chi determina la produzione».