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Il capo di Stellantis (ex FCA più ex PSA) ha ribadito parlando con sindacati e giornalisti come l'Italia sia centrale, nei piani del gruppo automobilistico. Piani che vedono il 2030 come data per produrre auto e veicoli elettrici, in tutte le gamme dei molti marchi. Italiani e non.
Concretezza e gradualità sono state citate da Tavares, parlando di come ogni stabilimento avrà ancora da lavorare, per i tantissimi (75) modelli a batteria che il gruppo prevede di mettere in vendita. Si punta su Melfi e su Termoli, ma soprattutto si attende di svelare un vero sistema di economia circolare.
Non sarebbe una delle ultime cose, ma la prima. Con l’economia circolare della filiera si realizzano obiettivi ecologici, mentre con i soli annunci anticipati di anni, o anche lanci reali di nuovi modelli da produrre con tecnologie native inedita (e poco diffondibile) certamente no. Almeno non nell’immediato.
Staremo a vedere, Stellantis attraverserà la transizione “in modo efficace ed efficiente, da vincitrice” secondo Tavares, ma il problema energetico in Europa è da affrontare, per tutti. Senza energia pulita a costi accessibili, non si arriva facilmente a certi obiettivi.
La palla che Tavares fa balzare alle compagnie energetiche, oltre che alla politica, è quella di combinare rinnovabili, nucleare, gas e altre fonti “pulite” in modo che i costi diventino accessibili. Come dire: io gli strumenti e i prodotti li appronto, mantenendo vivo il settore, ma l’energia che “fa girare tutto” bene la dovete regolamentare voi altri, sennò non sta in piedi.