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Stellantis è in crisi: le vendite e i ricavi sono crollati nel 2024 su tutti i mercati e le prospettive non sono floride per il 2025. È vero, la Casa italo-francese è in buona compagnia sullo scenario internazionale, ma ovviamente a noi italiani preoccupa in modo particolare la sorte dell'industria e dei marchi nostrani, e ci sforziamo di capire da un lato quali errori siano stati compiuti, ma anche quali modelli e strategie possono correggere il tiro. Molti potrebbero dire - e non a torto - che la colpa non è di Carlos Tavares ma dell'Europa e le sue politiche dirigiste sull'auto, non suffragate dalle aspettative del mercato e dalle reali potenzialità dell'industria europea. Ma superiamo le polemiche e veniamo alle cose da fare subito passando dalle strategie globali a quelle dei singoli marchi, fino ai modelli. Sarà una storia lunga, ma mi aspetto che scriviate in molti qui sotto...
Negli USA, oltre agli azionisti, ci sono pure i concessionari dei vari brand sul piede di guerra, che accusano Stellantis per un avvicendamento non logico tra i modelli, con la cessazione della produzione troppo affrettata di alcune icone Jeep e Dodge senza che vi fossero i nuovi modelli (elettrici e non) pronti per i clienti, e la stessa cosa succede per Chrysler e RAM. La realizzazione di nuove auto sulle piattaforme STLA Medium e Large ha preso troppo tempo ed è troppo focalizzata sulle batterie, benché multi-energia. Quel che ci vuole? Visto che i pick-up sono ancora il business più redditizio negli usa, potenziare RAM (che ha perso il 19% nei primi nove mesi del 2024) e fare al volo una nuova e più moderna, economica e versatile edizione della Jeep Gladiator, che possa competere con Ford, General Motors e Toyota. In molti suggeriscono anche un revamping in chiave moderna di quello che fu un grande successo per Dodge, la Neon del 1995 (in Italia Chrysler Neon), semplice e poco costosa. In realtà FCA ci aveva provato in Messico facendo un rebadging della Fiat Tipo fatta in Turchia. Una cosa è certa: quando le cose vanno male negli USA, vanno male ovunque: è il mercato più redditizio per Stellantis e infatti la Casa madre ha attivato un turbinoso valzer di poltrone negli States.
Abarth: dispiace dirlo, ma qui la soluzione è drastica, perché con il passaggio alle elettriche il marchio dello Scorpione ha dimostrato di non poter fare numeri che ne giustifichino l'esistenza. È stato così per la Abarth 500e ed è facile prevedere che, in un mercato elettricamente depresso, la stessa sorte possa avere la 600e appena lanciata. Cosa fare subito? Un'idea pazzesca l'ha avuta Smart pochi giorni fa: rastrellare le Fortwo EQ ancora esistenti, rimetterle a nuovo e venderle come se fossero "quasi nuove" con garanzia. La "vecchia" Fiat 500 potrebbe diventare un'Abarth? In fondo il marchio torinese nasceva proprio così, compravi un'auto donatrice e una cassa di componenti ed accessori e voilà una Abarth. Un'operazione "upgrade" a basso costo da fare subito a Mirafiori.
Alfa Romeo: Jean Philippe Imparato, ora diventato il numero due di Stellantis, ha delineato una strada ben precisa per il Biscione, che per un paio d'anni reggerà, sempre che la Junior provveda rapidamente a riempire le casse di Alfa Romeo, e pazienza se gli alfisti storcono il naso per questa ex-Peugeot. Il tempo di vedere le eredi della Stelvio (forse 2025) e della Giulia (forse 2026) farsi strada fra le alto di gamma, con ritardo ma pazienza. Importante, anche se ancora non del tutto chiarito, il ruolo che avranno i motori termici in quegli anni, si è parlato di versioni con range extender sulla piattaforma STLA large, oltre agli allestimenti 100% elettrici. Ma una nuova Giulietta sportiva su base accorciata Giorgio AWD ve l'immaginate? BMW e Audi, tremate!
La gamma di Citroen sta cambiando dal basso in un passaggio naturale alla carrozzeria stile crossover e potrebbe avere una strada di grande successo con la nuova C3 termica economica e d'aspetto gradevole, derivata da un progetto nato in India e dalla concept Oli. Andare velocemente in parallelo con l'elettrico economico con prezzi inferiori ai 20.000 euro (la Citroen e-C3) è una buona strategia, ma bisogna tenere conto che molti progetti di auto a batterie di primo prezzo basavano una presunta "parità di costo" col termico sugli incentivi statali, cosa che sembra avviarsi all'estinzione (salvo in Francia). In ogni caso Citroen sembra essere il marchio di Stellantis con una strada pianeggiante davanti a sé.
Se siete arrivati a leggere fin qui, avete già sentito cosa penso di Abarth, ma il caso di DS è diverso. Qui c'è una netta sovrapposizione con un altro brand del gruppo, indovinate quale? Vale per oggi, con DS3 e Lancia Ypsilon ma anche per il futuro con le DS 7 e 9 e la Lancia Gamma, e non è un caso se verranno costruite tutte a Melfi. DS, secondo me, non ha un vero futuro davanti, a meno che non riesca a differenziarsi e ricollocarsi fra le prossime Alfa Romeo e le Lancia che verranno. Ma, a differenza di questi due storici brand, DS non ha un heritage di cui farsi vanto che potrebbe anche invogliare qualche acquirente (asiatico?), quindi traetene le conclusioni che volete...
Prima o poi dovevano arrivare anche a Fiat e ai suoi complessi progetti di rilancio nel mondo elettrico ma anche termico e l'abbandono del segmento A che è sempre stato il suo regno incontrastato in Europa. I nuovi programmi del futuro li conoscete (Fiat Grande Panda, Fiat Fastback, Fiat Multipla), i problemi degli stabilimenti storici anche. Le molte rassicurazioni di Carlos Tavares e John Elkann sulla produttività da aumentare nel nostro Paese non hanno convinto né i dipendenti né il Governo. A chi è venuta in Stellantis l'idea di far rinascere la 500 ibrida da fare a Torino? Chiunque sia, diamo credito a Tavares di aver scelto la strada giusta ma con grave ritardo. Questo modello transitorio doveva essere in vendita già ora ed a un prezzo sotto ai 10 mila euro. Avrebbe spaccato il mercato, e non solo in Italia! Bisogna riconoscere che non si tratta di rimettere in movimento la catena di montaggio della "vecchia" Fiat 500 ma di un progetto da fare sulla base della 500e, nata esclusivamente come auto a batterie, ma cosa ci voleva a metterla in cantiere un paio d'anni fa? Sembra che arrivi per i primi mesi del 2026, sarà troppo tardi anche in questo caso?
Lancia: un passato illustre da vantare e un accanimento terapeutico (riuscito in Italia) su un unico modello per 13 anni. Non è un gran che come strategia, e infatti lo storico scudetto secondo me ha rischiato già molto nell'era FCA con Sergio Marchionne che, giusto o sbagliato, non aveva voluto investire in Lancia perché "...la conosciamo solo noi in Italia". L'investimento fatto nello stabilimento spagnolo di Figueruelas su piattaforma CMP di Peugeot ha portato alla Ypsilon di nuova generazione, che ha debuttato a inizio anno in versione termica ed elettrica. Anche qui, un paio d'anni di attesa per sviluppare una vera e propria linea di modelli, la già citata Gamma e la Delta. Non è che di Lancia Ypsilon 2024 se ne vedano molte in giro, ma bisogna anche dare il tempo alla gente di abituarsi a dimensioni ben più grandi e prezzi in proporzione. Cosa avrei fatto io? È facile dirlo adesso, ma forse si doveva partire dalla Delta e dal suo glorioso passato per un modello di larga tiratura di costo medio di segmento C, concorrente della Golf, trascinato dalla leggenda di una S4 o una Delta Integrale.
Leapmotor: troppo presto per dirlo, ma importare la T03 e la C10 è una mossa portata a termine bene e con rapidità fulminea, tanto da spiazzare la concorrenza. Non si sa ancora con esattezza che impatto avranno i dazi imposti dall'Europa sui prezzi delle elettriche made in China, vista anche la scarsa domanda, ma nei fatti Stellantis è l'unico costruttore insieme a Dacia ad avere realmente una elettrica ideale per la città a basso costo in concessionaria. Gli altri seguiranno.
Maserati è al centro del dibattito per un drammatico calo delle vendite causato, di nuovo, dall'uscita di scena anzitempo di modelli rilevanti senza valide sostitute, per le quali sarebbero serviti forti investimenti anziché veri e propri smantellamenti delle linee di Mirafiori e del centro ricerche Innovation Lab di Modena. Il cambio di orizzonte per le Folgore elettriche, rinviate sine die è stata una decisione probabilmente molto saggia presa dal management precedente (il CEO Davide Grasso è stato sostituito di recente con Santo Ficili accorpando anche Alfa Romeo al marchio modenese). Questa estate si erano propagate molte voci su un possibile ingresso del Tridente in Ferrari, smentite poi da Tavares. Ripensarci un attimo, forse, sarebbe la cosa giusta da fare, portando Maserati sotto l'ala del Cavallino porterebbe, in un tempo relativamente breve, ad avere una linea di modelli elettrici o elettrificati di alte prestazioni (derivate dalla Ferrari 296 o dalla futura elettrica) facendo rivivere la bellissima Alfieri o anche una Suv termica 12 Cilindri da vendere all'estero. Lo stabilimento, tra l'altro, è già pronto a Maranello.
Opel va, nel bene e nel male; nel 2023 ha messo a segno addirittura un +15%, ha presentato modelli che ispirano fiducia e simpatia ad un prezzo molto conveniente, ripescando dal passato: la nuova Frontera, la Corsa, la Mokka (sotto restyling) piacciono anche nel design e trasmettono ancora quell'aria di solidità e concretezza per le quali venivano scelte da chi non poteva o voleva comprare Volkswagen, più cara. L'inserimento di Suv piccole e grandi ha aiutato molto di recente, ma ora servirebbe un guizzo di genialità, se non nelle meccaniche, almeno nello stile, magari una coupé (la Manta?). Le voci più recenti non confermano l'arrivo di un nuovo modello a Melfi sulla STLA Medium, quindi che si fa? La Opel più venduta di sempre è la Corsa, ma ha già troppa concorrenza interna. Visto che sembra imminente un ritorno delle monovolume e siamo in vena di nostalgia, perché non rispolverare la Zafira o la Meriva? Lascerei perdere la Sintra...
Siamo arrivati in fondo all'alfabeto Stellantis con Peugeot, la marca regina del gruppo, quella con i conti a posto e una gamma quasi del tutto rimessa a nuovo sia termica sia elettrica e con grande potenza di fuoco in settori che qui non tratteremo, come i veicoli commerciali. Strategie comuni a Fiat e Opel, modelli che si distinguono solo per lo stile con basi meccaniche condivise e piattaforme multi-energy, una scelta nettamente diversa da quel che ha fatto il principale concorrente Renault. La Peugeot più eccitante e nervosa che ricordo è la 205 GTI, davvero un'auto che faceva accaponare la pelle, ci voleva il porto d'armi, ma che ha vinto tutto. Ecco, oggi questo mito, come è successo per la Lancia, si è stemperato fra berline, suv e station wagon. Una piccola hot-hatch 1600 turbo da 200 CV leggera l'abbiamo? Magari con un colpo di follia come la RCZ?