Tavares: «Fusione con FCA al più presto»

Tavares: «Fusione con FCA al più presto»
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L’amministratore delegato francese, e presidente in pectore della prossima company, punta alla chiusura in tempi rapidi dell’accordo di fusione con il gruppo FCA
10 aprile 2020

Non possiamo già chiamarli Gatto & Volpe, ma non ci siamo lontani: seguendo un perfetto gioco di squadra, se John Elkann chiama, Carlos Tavares risponde.

Entrambi, come una coppia di manager già rodata, puntano a rassicurare mercati, azionisti e dipendenti: a dispetto della pandemia, il progetto di fusione tra FCA e PSA prosegue, ma addirittura l’operazione potrebbe arrivare a chiudersi in tempi più brevi di quelli finora previsti.

In un messaggio recapitato a tutti i dipendenti del Gruppo, infatti, Carlos Tavares non solo conferma la prospettiva di fusione, ma dà un deciso colpo d’acceleratore: «Il progetto è un elemento chiave per entrambe le società: prima si fa, meglio è. I gruppi di lavoro, durante questa crisi, stanno mantenendo e addirittura aumentando il ritmo, per arrivare al closing».

Una dichiarazione esplicita, che pare fatta apposta per fugare i tanti dubbi espressi da diversi operatori economici sulla fusione, avanzando addirittura l’ipotesi che potesse saltare o comunque essere profondamente modificata nei termini operativi e finanziari.

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Riprendendo un ragionamento fatto quando la pandemia non si era ancora rivelata in tutta la sua drammaticità, il manager portoghese, ha espresso il suo ottimismo sull'esito positivo delle trattative: «Tutto procede bene: il perfezionamento dell’accordo è previsto tra fine anno ed inizio 2021 e le uniche complicazioni riguardano a passaggi prettamente tecnici».

Ricordiamo che già a fine febbraio i due gruppi di lavoro avevano già risposto a 14 delle 24 richieste prevenute dalle autorità garanti della concorrenza: un processo davvero articolato e complesso, che richiede il disbrigo di pratiche amministrative e burocratiche anche rispetto a parti terze, anche solo indirettamente coinvolte; nel caso in questione, si tratta di almeno 24 Stati.

E prima di arrivare alla fusione bisognerà aspettare il “via libera“ da parte di tutte le autorità interessate.

Azionisti con il cerino in mano?

Malgrado Tavares rimarchi la consistente solidità finanziaria dei gruppi prossimi alla fusione («Non stiamo unendo due società in una situazione di crisi, perché entrambe sono in eccellenti condizioni finanziarie; non dovremo ristrutturare, anche se dovremo ancora migliorare le nostre posizioni»), resta ancora aperta la questione dei dividendi ordinari sui dati di bilancio 2019 che andrebbero distribuiti agli azionisti.

Come noto, alcuni competitor (Renault e Ford lo hanno già annunciato, altri si apprestano a farlo) hanno deciso di non pagare dividendi; per ora FCA e PSA, complice lo spostamento a giugno delle assemblee di bilancio, non hanno ancora ufficializzato nulla.

Ma le voci di un rinvio della procedura, quando non addirittura della sua cancellazione, agitano le acque: i cali in Borsi degli ultimi giorni sarebbero dovuti, oltre che al crollo verticale delle vendite, anche alla prospettiva che non sia possibile confermare le ipotesi finanziarie presenti nel testo dell’accordo tra le parti, dove è indicato che FCA paghi cedole straordinarie per 5,5 miliardi di euro e che PSA distribuisca ai suoi soci il 46% del capitale della Faurecia (società di produzione di accessori con sede a Nanterre, che ha come clienti il gruppo Volkswagen, PSA, Renault, Nissan, Ford, General Motors, BMW, Daimler, FCA, Toyota e Hyundai-Kia, controllata da PSA che ne detiene il 57,4% delle azioni), per equilibrare i termini della fusione. 

Rispetto a quando furono stabilite tali quote, la situazione è molto cambiata, a tutto svantaggio di chi detiene azioni dei due marchi.

Basteranno le parole rassicuranti di Tavares a calmare le inquietudini degli azionisti?
 

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