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Se siete (veramente) appassionati di motori, avrete sicuramente sentito parlare della Tata Nano, una vettura progettata e costruita dal colosso indiano Tata e destinata a diventare l'auto del popolo. La Nano, infatti, è l'automobile più economica del mondo, con un prezzo di acquisto di poco superiore a 1400€ e decisamente accessibile anche dalle fasce più povere della popolazione. La vettura ha caratteristiche tecniche e tecnologie vetuste per gli standard odierni e conta su di un propulsore bicilindrico da 30 cv, una strumentazione che prevede solo la spia di riserva del serbatoio, la spia dell'olio e il tachimetro, portellone del vano bagagli saldato e accessibile solo dall'interno, niente servosterzo, alzacristalli manuali e aria condizionata disponibile solo sull'allestimento top "Luxury". Certo, per questa cifra la vettura non può contare su dotazioni opzionali, ma grazie all'omologazione per 4 persone la scelta poteva diventare interessante, e più sicura, se confrontata ad uno scooter.
Qualcosa di inaspettato ha però fatto morire il progetto, cessando di fatto la produzione della Nano nel 2018 e facendo registrare un unico esemplare venduto nel 2019. Quando le vendite di un'auto per il popolo prodotta da uno dei più grandi colossi automobilistici al mondo sono gli stessi di una one-off di un prestigioso atelier, c'è un problema, e in India è da identificare nello stato sociale. Infatti il popolo indiano è molto sensibile a questo tema, e la vettura essendo identificata come "auto da poveri" ha perso completamente il suo appeal, facendo venire meno la sua indiscussa utilità, con potenziali acquirenti che pur di non acquistare questa vettura facevano a meno di possedere un'autobile. Parentesi Nano, quindi, chiusa definitivamente e intero progetto definito fallimentare dai vertici dell'azienda.