Tasse e Automobili, Italia: nel 2017 stimati 73 miliardi di imposte

Tasse e Automobili, Italia: nel 2017 stimati 73 miliardi di imposte
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Secondo il più recente calcolo cresce del 10% il gettito fiscale derivante dalle vetture in Italia, riferito soprattutto a carburanti e ricambi. La politica proporrà qualcosa di nuovo? Non a breve
19 febbraio 2018

Se i possessori di vetture a gasolio in Italia, possono forse ritenersi parzialmente più soddisfatti degli svizzeri, su cui pesa una fortissima imposta che disincentiva l’uso di veicoli diesel, il conto finale del 2017 per le imposte riferibili all’auto è come sempre pesante. Secondo la CGIA sui quasi 43 milioni di autoveicoli presenti nel Bel Paese si applicano, o meglio si ricavano dalla loro esistenza e movimentazione, passando per i vari elementi collegati come il carburante, almeno 73 miliardi di euro. Cifra che supera anche, pur di poco, quella derivante dai beni immobili. Soprattutto, le ruote in movimento mantengono per lo Stato un trend di crescita superiore all’inflazione, con una stima di +10,1% in quanto a gettito.

La fetta maggiore di questo volume è quella che riguarda i carburanti, molto tassati da sempre in Italia, per oltre il 60% di quanto si paghi effettivamente alla stazione di servizio. Seguono, distanziati da benzina e gasolio, l’IVA sui ricambi, quella sulle nuove vetture e il bollo. Meno gettito invece, per quote prossime o inferiori al 5% del totale, da lubrificanti, pedaggi e assicurazioni; mentre le tasse di multe e parcheggi sono prossime a un gettito di 5,6 miliardi di euro.

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Un argomento importante o meglio fondamentale per l’equilibrio dei conti in Italia, quello delle imposte inerenti al mondo dell’auto e dei veicoli in generale, di cui certo alcuni esponenti politici non si dimenticano in vista delle prossime elezioni di marzo 2018, ma che sicuramente poco varierà nel futuro a breve. Modificare seriamente aliquote per beni e servizi capaci di tali cifre non è cosa da poco, nel bilancio dello Stato e della solita critica circa il mondo degli EV, non spinto a livello nazionale quanto in altri Paesi, costantemente si discute senza forzare però mai la mano, in attesa di un mercato più compatibile a calcoli certi, senza rischi e senza “inerzie”.

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