Targa straniera, bollo evitato: ecco come funziona il trucco

Targa straniera, bollo evitato: ecco come funziona il trucco
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Auto immatricolate all'estero continuano a circolare in Italia anche dopo la radiazione per esportazione. Ecco come si può evitare di pagare la tassa di circolazione
12 novembre 2015

Punti chiave

Auto sulla carta immatricolate all'estero, ma che continuano a circolare in Italia con una targa straniera dopo la radiazione dal PRA. E' uno stratagemma sempre più diffuso per eludere il bollo, ma anche il cosiddetto redditometro e gli altri oneri connessi al possesso di un'auto. E' quanto denunciano le associazioni FISE UNIRE (Unione Nazionale Imprese Recupero), ADA (Associazione dei Demolitori di Auto) e AIRA (Associazione dei Riciclatori di Auto), secondo le quali c'è una costante diminuzione delle richieste di demolizione in favore delle radiazioni per esportazione, che negli ultimi quattro anni hanno superato i 2 milioni e mezzo. 

 

Una cifra che fa crescere i sospetti sulle false radiazioni per esportazione, contro le quali la normativa attuale può nulla o quasi. Secondo le associazioni, dunque, c'è bisogno di un efficace strumento che renda certo che la radiazione per esportazione avvenga per l’effettiva circolazione del veicolo all’estero, come prevedere la reimmatricolazione quale condizione obbligatoria affinché un veicolo venga cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico prima di essere esportato. 

 

Oggi, infatti, si può radiare un veicolo anche se ancora non si è ancora in possesso della targa estera: basta presentare all'ACI alcuni documenti facilmente ottenibili, come il documento di trasporto, l'atto o la fattura di vendita ed il gioco è fatto: quell'auto per le autorità italiane non esiste più. 

 

Ed è quanto contenuto nell'emendamento all’articolo 50 del DDL Stabilità presentato dal senatore Stefano Vaccari (PD). Secondo le associazioni, infatti, «Attualmente, non è infatti presente alcun controllo efficace sull’effettiva esportazione del veicolo; una volta radiato per esportazione, del veicolo si perdono le tracce con conseguente possibilità di elusione della normativa fiscale e di responsabilità civile. Sempre più spesso il veicolo radiato per esportazione e reimmatricolato in un Paese estero, di fatto continua a circolare nel territorio dello Stato italiano, con targa straniera». 

 

Il danno è doppio, perché «questi veicoli possono inoltre rimanere in territorio italiano, dove vengono cannibalizzati dei pezzi di ricambio, talvolta abbandonati in aree pubbliche o in aree non idonee con possibile danno per l’ambiente sottraendo materie prime all’industria nazionale del riciclo e a quella siderurgica».

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