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Lo abbiamo già scritto varie volte ma ora riprendiamo il discorso: belle le auto elettriche, magari ora anche a prezzi meno esuberanti e comode per la città. Ma la rete elettrica italiana, “tiene” se diventano tante o ci lascia “a piedi”? Vari studi citati in occasione di conferenze su EV nel Bel Paese e anche la “Ricerca sul Sistema Energetico” (RSE) dicono che non occorre preoccuparsi.
Secondo quale logica? Le stime contano un +10% nei consumi dichiarati dalle Case, li mettono in un contatore con percorrenze medie e dicono che nel 2030, anno citato per il target milionario di auto elettriche (10) servono circa 17,5 TWh, 18,7 contando perdite di rete.
Un valore contenuto al solo 5% circa, del totale di domanda energetica nazionale (oltre 350 TWh/anno). Andando in dettaglio, non sul valore generico ma sul rischio di picchi, sono state divise le auto elettriche in quelle che caricano di notte, avendone modo e quelle che necessitano di colonnina durante il giorno, con due profili (piena potenza nello stesso momento o potenza spalmata su un numero maggiore di ore). In entrambi i casi, le simulazioni la grande mole di auto elettriche sarebbe gestibile in Italia (vedi grafico). Con accorgimenti sulle centrali esistenti e una spinta verso le ricariche “smart” ovvero non ridursi sempre a zero per fare poi il “pieno” in unica carica concentrata le notte