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Dunhuang, 19 Luglio
Due terzi di corsa in archivio, e il Silk Way Rally 2016 bussa alle porte del Gobi. A un giorno di assaggio di sabbia e di dune, consistente, esemplare, magnifico, ne segue un altro più quieto di 480 chilometri e una Speciale di 340 poco impegnativa, non fosse per la navigazione, scorrevole, per taluni addirittura “rilassante”. Voila il menù dell’ultima tappa di avvicinamento al capitolo finale del Rally che, ricordiamo, si concluderà a Pechino il 24 luglio prossimo.
Dunhuang è un avamposto. Lo è stato, nei due sensi, quando la Via della Seta era un canale battuto da commercianti, viaggiatori, missionari e viaggiatori, e lo è oggi, sebbene più simbolicamente legato alle meraviglie del luogo. Un tempo, arrivare a Dunhuang da Occidente e superare la Porta di Giada della Città voleva dire aver passato indenni attraverso le trappole del deserto di Taklamakan (ricordate il Rally vinto da Han Wei?). Arrivarvi da oriente, invece, era una sosta obbligata per riposarsi e preparare la “traversata”, e soprattutto l’ultima opportunità di scegliere una delle due diramazioni della Silk Way, a Nord o a Sud, per aggirare il terribile deserto. Dunhuang e il Passo di Jiayu era anche l’ultima fortificazione della Grande Muraglia, oltrepassata la quale era necessaria una certa consapevolezza per proseguire o intraprendere il viaggio.
Oggi, l’importanza di Dunghuang è evocativa, e legata al turismo delle grotte di Mogao uno straordinario complesso di poco meno di 500 templi scavati nella roccia di una falesia e ispirati, secondo la leggenda, alla visione del monaco buddista Leizun che fece scavare il primo nell’anno 360.
Nell’anno 2016, invece, il primo attore della spianata di Dunhuang è Stephane Peterhansel, che con il Navigatore Jean-Jean Paul Cottret ottiene per il Team Peugeot la ottava vittoria di Tappa, riprendendo il discorso interrotto sgarbatamente dalla Mini di Al Rajhi il giorno precedente, a Hami.
La vittoria della Peugeot 2008 DKR n° 100 non arriva in casuale, ma arriva accuratamente pianificata dalla Squadra e dal Generale D’Armata Bruno Famin. Non più in grado di competere per il successo finale, “Peter” si è messo a disposizione dei compagni di Squadra Despres e Loeb, assumendo il ruolo, atipico per il 12 volte vincitore della Dakar, di Portatore d’Acqua, che in gergo sta ad indicare l’assistente veloce.
Partito alle spalle di Despres, che aveva vinto a Hami, e di Loeb, Peterhansel si è ben presto accodato alle altre due Peugeot, ed è rimasto in scia nell’eventualità di dover intervenire, cosa che aveva già fatto, del resto, ben due volte il giorno precedente.
In virtù dello “schema” tattico adottato e dei margini imposti dall’ordine di partenza, ma anche dal ritmo non forzato, la media oraria è inferiore ai 100 chilometri orari, ma sufficiente a contenere l’aggressività delle Mini, le tre Peugeot hanno viaggiato in convoglio e Peterhansel ha vinto la Tappa davanti a Loeb, + un minuto. Doppietta assicurata, la terza dall’inizio del Rally, Despres si è, invece fatto “infilare” dalla Mini dell’inglese Hunt e, per mezzo minuto appena, ha dovuto accontentarsi del quarto posto.
Accontentarsi? Non diremmo. In funzione del risultato della decima tappa, Despres entrerà nel deserto del Gobi lasciando al “Maestro”, e anche all’”avversario” Loeb, il compito di aprire la pista sui 330 chilometri di prova speciale della Tappa che porta il Rally a Jiayuguan. Annunciata ancora come una tappa di transizione, su ampie porzioni di terreno sabbioso alternate a sezioni più tecniche, l’undicesima tappa dovrà fare i conti con il grande caldo e le caratteristiche del Gobi, spesso sorprendenti e mai da sottovalutare.
Despres può quindi affrontare la tappa con una certa tranquillità, e sperare di arrotondare il vantaggio che ha oggi sugli avversari, dieci minuti su Loeb e poco meno di mezz’ora su Al Rajhi con la prima delle tre Mini che seguono.
Dopo la sfuriata di Mardeev, che aveva riportato i Kamaz a galla rinnovandone le velleità, Marteen Van Den Brink ha seraficamente restituito ai russi il piacere ed è tornato alla vittoria tra i Camion, nello specifico la quinta del possente Renault Sherpa del Team Mammoet, che ora viaggia nella generale con un vantaggio di 4 minuti e mezzo sul Kamaz di Mardeev. Non un vantaggio da stare tranquilli, ma sempre meglio che inseguire.
Ends
SWR16, 9-24/07/2016