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Hami, 18 Luglio
Hami o Hami Gua? Se si intende la città è solo Hami, ma non si può dimenticare la famosa specie di melone, frutto squisito di questa terra magica donato dal prefetto Hami Wang del Xinjiang all’Imperatore Kangxi, il sovrano illuminato artefice di uno dei momenti chiave della politica e della cultura cinese. Kangxi prese tra le mani il frutto sconosciuto e profumato, ne assaporò la polpa dolce e disse: “Questo è il Melone di Hami!” consegnando ai posteri il suo nome, e alla Città una Storia. Alcuni studiosi avrebbero poi riferito di un particolare evento commerciale, da oriente arrivavano i famosi meloni di Hami, e dall’Occidente il famoso prosciutto di San Daniele, che avrebbe dato origine sulla via della seta alla magica comunione gastronomica oggi imperativo della tavola d’estate.
Ma Hami, o Kumul come già la chiama il gesuita missionario Matteo Ricci, che la visitò nel 1605, è l’oasi-città, 500 mila abitanti, portale e magnifico pretesto per avventurarsi nell’omonima fornace depressionaria a meno 200 metri rispetto al livello del mare, e attraversare uno dei deserti più belli del pianeta. Farlo su un’Auto o un Camion da Corsa è il fascino dell’avventura e della competizione, l’alchimia del Rally Raid.
A Hami, metà precisa del Silk Way Rally, Cyril Despres e David Castera incidono la quarta tacca sul cofano della Peugeot 2008 DKR n° 104. E con questa l’Equipaggio “giovane” di Peugeot mette in cascina metà delle prove speciali sin qui disputate. Una media niente male, che spiega ampiamente la situazione generale che li vede in testa ormai da cinque giorni, ora con 12 minuti e passa di vantaggio sulla 2008 DKR n° 102 di Loeb e Elena.
Quest’oggi, prima vera, completa, affascinante, torrida, abbagliante tappa di deserto e di dune, Sébastien Loeb, spaventato dall’aver visto Al Rajhi sparire dietro una duna, ha frenato troppo bruscamente e parcheggiato la 2008 DKR sulla cresta. Per uscire dall’imbarazzante situazione ci sono voluti dieci minuti e il sudore di Peterhansel e Cottret, che ormai hanno votato la loro gara ai compagni di Squadra. Rimessa in pista la Macchina di Loeb, “Peter” è ripartito ed è andao a coprire le spalle a Despres.
Peterhansel e Cottret, diventati “portatori d’acqua” d’eccezione del Team Peugeot Total, hanno comunque concluso al terzo posto, completando il successo globale della nona tappa che contemplava una Prova speciale di 380, per una buona metà in fuoripista.
Se tre Peugeot 2008 DKR hanno concluso ai primi tre posti, tre Mini All4 Racing hanno occupato le tre seguenti posizioni, rispettivamente le Macchine di Al Rajhi, partito per primo e dunque parzialmente “giustificato”, Hunt e Vasilyev, che invece non hanno scusanti. I distacchi, sulle dune, diventano pesantucci.
Tanto è vero che in classifica generale Despres e Castera dominano ormai dall’alto, 12 minuti su Loeb e Elena con l’altra Peugeot. Il ritardo di Al Rajhi somma a poco meno di mezz’ora e può ancora considerarsi contenuto, ma Vasilyev, a 40 minuti, e Hunt, un’ora e venti, sono tutt’al più da considerarsi presenti. La prima Toyota, quella di Pelichet, è a oltre due ore, e un po’ meglio si comporta il buggy SMG, quello a suo tempo nato dall’ispirazione di Al Attiyah per una due ruote motrici imbattibile sulle dune. Lo stesso principio, si direbbe, sviluppato ancor meglio da Peugeot.
La Gara degli Elefanti del Deserto cambia tono e torna su un accordo più congeniale all’armata russa. Il vincitore della nona tappa è infatti il Kamaz di Mardeev, che precede tre “mostri” azzurri. Il Renault di Van Den Brink, che ha accusato un calo di pressione (il camion, s’intende, il Pilota era invece depresso) è relegato al quinto posto, a quasi mezz’ora. Improvvisamente, “VDB” conserva ormai soltanto un paio di minuti di vantaggio sul primo dei Kamaz, e la gara dei Camion diventa torrida come la depressione di Turfan dove va in scena lo spettacolo.
Una signora di Gattinara mi scrive chiedendo chi è e che fine ha fatto Ma Miao, magnifico 5° assoluto al traguardo di Bortala con una Nissan Pathfinder del Team Dessoude, e non più in classifica oggi. Ma Miao, 马淼, non è il nome dato per sbaglio al Re Leone da piccolo ma uno dei più forti Piloti cinesi, qui assecondato alle note dall’esperto Liao Min. Ma Miao era, fino al 2.000, un tassista, o meglio un 出租车司机, nel 2003 ha partecipato a un corso di pilotaggio, lo stesso anno diventava Pilota e vinceva la prima gara. Dopo il quinto posto della 7° tappa, Ma Miao è finito nelle retrovie dell’ottava per problemi meccanici, e non è riuscito a ripartire alla volta di Hami. Peccato. Non meno bravo di Ma Miao, si consoli la Signora di Gattinara, il primo cinese in classifica al Silk Way Rally è Han Wei, 韩魏, in gara con un buggy francese SMG e con il navigatore Jean-Pierre Garcin. Han Wei ha iniziato a correre nel 2007 e ha sempre avuto il “pallino” delle preparazioni delle auto da Corsa, diventando egli stesso un abile 赛车改装. Nel 2010 ha iniziato a vincere, tra i suoi successi c’è anche un Taklimakan Rally, e attualmente occupa la settima posizione alle spalle del Kazako Rakhimbayev.
Ends
SWR16, 9-24/07/2016