SWR16 Telex 04. L’Ombra Lunga di Peterhansel (Peugeot)

SWR16 Telex 04. L’Ombra Lunga di Peterhansel (Peugeot)
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Астана Астана, è un gioco di parole, Astana in kazako vuol dire Capitale, e il Silk Way Rally vi entra tra due ali di folla mandando avanti l’Ambasciatore della disciplina. “Peter” vince per la seconda volta e passa in testa, Peugeot è a quota 3 su tre
13 luglio 2016

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Astana, 12 Luglio

Астана, o Astana, è il nome e la funzione della città che dal 1997 è la capitale del Kazakhstan. Città modernissima e metropoli futuribile, poco meno di un milione di abitanti, ha preso il posto di Almaty, ex First Town che la carovana del Silk Way Rally visiterà tra pochi giorni, per la giornata di riposo prima di passare in Cina. È una delle capitali del freddo, dopo Ulan Bator e prima di Ottawa, sei mesi sotto il ghiaccio e un record di meno 51°. Bel primato, cui si aggiunge la particolare violenza dei venti, ma almeno sappiamo dove porta il nome della Squadra di ciclismo di Vincenzo Nibali, che è siciliano e non Kazako.

In programma due trasferimenti, breve il primo e di quasi 400 chilometri il secondo, e una bella Speciale di 350 chilometri scarsi, di piste per lo più veloci su terreni duri e, solo a tratti sabbiosi, prima di finire in centro alla Capitale del Kazakhstan. Come il giorno precedente, velocità = rischio. Questa volta, però, più che altro a causa delle “trappole” disseminate sulla Speciale. E del maltempo, la cui “firma” permane visibile sulle piste. Per questo motivo gli organizzatori, che si muovono con i piedi di piombo in quest’edizione che dobbiamo considerare più un lancio vero e proprio che un rilancio, decidono di “tagliare” la parte peggiore e di accorciare la speciale riducendola a 200 chilometri. L’impegno diventa meno gravoso, ma l’ordine dei fattori “ideali” non cambia.

Partito alle spalle del plotone (ino) di testa, per le due forature alla 2008 DKR numero 100 il giorno precedente, Stephane Peterhansel ha sollecitato Jean-Paul Cottret, amico e inseparabile “collaboratore” del Fuoriclasse, il quale ha risposto immediatamente “La tappa è corta, ma si può fare!”. E allora giù, sicuro e velocissimo nella tempesta di note il Navigatore, velocissimo al volante il Pilota, supersonica la 2008 DKR di PSA, “Peugeot Sport Aviation”.

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«Il risultato è “scandaloso”. Peterhansel e Cottret stravincono, andando in “fuga” e imponendo oltre sei minuti di “debito” al pur bravissimo collega russo Vasilyev»

Il risultato è “scandaloso”Peterhansel e Cottret stravincono, andando in “fuga” e imponendo oltre sei minuti di “debito” al pur bravissimo collega russo Vasilyev, che con la Mini partiva in condizioni analogamente favorevoli, e un altro minutino a Sébastien “Hannibal” Loeb, chirurgicamente preciso e regolare al terzo posto, unica posizione conquistata invariabilmente da quattro giorni.

La costanza di rendimento di Loeb e Elena lo è anche nella modalità di corsa. Anche nella quarta tappa, infatti, l’Equipaggio più titolato del WRC è andato “per campi” senza una mèta precisa. Il fatto rilevante è, però, che più o meno tutto il resto della “muta” si è ritrovata a “Giardiland” a causa degli stessi errori di navigazione. I casi sono due, o Loeb e Elena fanno tendenza, e chi li segue si fida perché inizia a temerli, oppure la bravura di Elena è già sul livello dei “mostri sacri” della Navigazione. Propendo per la tesi numero 2.

Solo decimo, ma uno bravo come lui doveva saperlo che gli toccava, Cyril Despres ha portato la 2008 DKR numero 104 al decimo posto, condizione e posizione “doverose” quando ti tocca essere il primo a partire. È stampato a chiare note sull’etichetta della bottiglia di champagne scolata sul podio precedente. Di buono c’è che Cyril e David Castera sono stati molto bravi e hanno aperto di fatto la pista per buona parte della Speciale, nessuno davanti a loro e solo il cronometro, strumento preciso per definizione ma intelligente al punto di saper contare le differenze dell’ordine di partenza, non dalla loro parte.

Quarto in Speciale è Aidyn RAKHIMBAYEV, nome facilissimo da pronunciare e che quindi merita gli onori della cronaca, nato e residente ad Astana, città dove torna come il figliol prodigo e, se non da vincitore, almeno da protagonista. Rakhimbayev, se lo dici cento volte ti suona famigliare come il nome del cugino del Re Leone, corre con una Mini del Team X-raid.

Possiamo iniziare a dare un’occhiata alla situazione generale. “Peter” torna al comando davanti a Vasilyev, + 3 minuti scarsi, Loeb, + 3 minuti meno scarsi, e Despres, + 4 minuti scarsi. Il Cugino del Re Leone è quinto, davanti ad Al Rahji.

Era la quarta tappa, la quinta è quella che collegherà Astana a Balkhash, 821 chilometri con la Speciale, sulla carta, più lunga del Rally: ben 568 punto 83 chilometri. Assicurano che è anche la più bella, ma quando dicono così per è quasi sempre per indorarti la pillola.

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