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Ufa, 10 Luglio
C’era da aspettarselo. Il clima non da tregua all’avvio del Silk Way Rally. Tre giorni di piogge pressoché ininterrotte hanno reso impraticabili gran parte dei 130 chilometri della prima prova speciale del Rally, e il cielo “pesante” di Kazan sconsigliava di levarsi in volo con gli elicotteri. Niente elicotteri, niente sicurezza. Dopo le ricognizioni straordinarie, Vladimir Chagin decide, durante la notte, di annullare la prova e di inviare i Concorrenti a Ufa in regime di trasferimento.
Per dare un’idea dell’impegno necessario per affrontare un Rally come il Silk Way con “dignitose” possibilità di successo, un Grande Team come il Peugeot Total, ingaggiato con tre Vetture, muove un esercito di oltre 70 persone con varie funzioni, dall’Ingegnere “capo” al Meccanico, dai responsabili di settore, logistico, tecnico, stampa, ai tecnici per un totale di almeno due dozzine di “mestieri”. L’”Armata Peugeot” si muove sul campo con 18 mezzi tra camion, auto, furgoni, “pullmini”.
Un po’ di confusione. C’è anche un Silk Road Rally, un China Grand Rally, e un Silk Road Race. Nessuno dei tre ha niente a che fare con il Silk Way Rally. Diciamo subito che i primi due si fondono nell’unica avventura la cui “mente” è il “mitico” Hubert Auriol e che gli organizzatori considerano il “Vero Rally Cinese”. Il Silk Road Race, invece, sono le 3 edizioni del charity rally dall’Italia al Tajikistan, organizzate fino al 2013 dalla milanese Partenza Intelligente.
Il Silk Road Rally, già che ci siamo, è la Corsa vinta dalle Peugeot 2008 lo scorso anno, con la doppietta Péterhansel-Cottret e Despres-Castera. Qualcuno disse che le Peugeot non avevano avuto concorrenza. Bruno Famin la prese male e giurò vendetta. Che è arrivata con lo “sterminio” della Dakar 2016, dove i Concorrenti c’erano tutti. È la versione romanzata di come sono andate le cose. In realtà la 2008 schierata in Cina lo scorso anno era già la “belva” evoluzione, ancora dissimulata nella vecchia livrea. Eco perché siamo scettici quando leggiamo la scheda della Macchina del Silk Way così uguale alla “vecchia”.
Daniel Elena. Tra i Navigatori, quello di Sébastien Loeb è di gran lunga il più simpatico. Da quando è filtrata la prima notizia dell’ingresso del “Marziano” nei Rally Raid, i maligni hanno iniziato a chiedersi se Elena sarebbe stato all’altezza della nuova situazione. Anche Elena se l’era chiesto, ma pubblicamente ha sempre detto che con Loeb c’è sempre qualcosa da fare. Quando i dubbi sono stati fugati, e tutti abbiamo potuto constatare che la classe di Daniel non è acqua, il Navigatore ci scherza sopra dicendo che sui Rally lui ha sempre… qualcosa da fare. In Russia, visto che ancora non si sono incrociati i ferri, ha dapprima indicato che si occupava degli aperitivi, e oggi, niente speciale, della pausa caffè!
Dove andiamo domani? In Kazakhstan. Altri ottocento chilometri, una speciale di circa 200 che è l’ultima di questa edizione in Russia… pardon, scusate, sarebbe la prima, e stop a Kostanay, il primo dei cinque fino alla giornata di riposo.
Ends
SWR16, 9-24/07/2016