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Se pensavate che l’era del motore a scoppio fosse finita, forse è il caso di riconsiderare le cose. In Giappone stanno preparando qualcosa che ha il sapore della provocazione e dell’innovazione insieme: all’Expo 2025 di Osaka, sei grandi nomi dell’industria giapponese – Suzuki, Subaru, Toyota, Mazda, Daihatsu ed ENEOS – uniranno le forze per portare all’interno della manifestazione una flotta di veicoli a motore termico, ma alimentati con carburante sintetico.
No, non è un ritorno al passato. È piuttosto un tentativo concreto di dimostrare che il motore endotermico può avere un futuro decarbonizzato, se alimentato nel modo giusto. I veicoli in questione saranno impiegati per trasportare ospiti e personale all’interno del sito dell’esposizione tra aprile e ottobre 2025, e useranno una miscela sperimentale creata da ENEOS, grazie anche al supporto del fondo Green Innovation del governo giapponese.
Il carburante in questione nasce dalla combinazione di idrogeno derivato da fonti rinnovabili e CO₂ catturata, e viene prodotto in un impianto pilota completato da ENEOS nel 2024. Il bello? È liquido, e quindi può essere distribuito usando le stesse infrastrutture già esistenti per la benzina. Il risultato è un carburante compatibile con motori attuali, che promette di abbattere le emissioni sull’intero ciclo di vita del prodotto.
Nel concreto, si parlerà di modelli reali e riconoscibili: Toyota Vellfire HEV, Mazda CX-80, Suzuki Spacia Hybrid, Subaru Crosstrek, Daihatsu Rocky. Non concept futuristici, ma macchine pronte a muoversi davvero. E questo rende l’esperimento ancora più interessante.
L’Expo 2025 diventa così una passerella perfetta per testare in pubblico un’idea alternativa alla completa elettrificazione. Perché sì, la transizione ecologica è necessaria, ma non tutti i Paesi e non tutti i contesti sono pronti a rinunciare oggi stesso al termico. Ed ecco che il carburante sintetico si propone come ponte tra il presente e il futuro, mantenendo vive tecnologie affidabili e già diffuse, ma riducendone drasticamente l’impatto.
Il messaggio che arriva dal Sol Levante è chiaro: non esiste una sola strada verso la carbon neutrality. E mentre in Europa si discute sulle date per lo stop ai motori termici, in Giappone si sperimenta e si testa sul campo. Non per tornare indietro, ma per offrire più opzioni a chi deve affrontare la sfida della sostenibilità.
Se questo esperimento funziona, potrebbe diventare il caso di scuola che serve per convincere politici e case automobilistiche che il carburante sintetico ha senso, eccome. E che il futuro non deve per forza essere tutto elettrico: può anche essere ibrido, modulare e sorprendentemente “vecchio stile”, se la tecnologia lo permette.