Suzuki: le conseguenze del caso sul rilevamento dei consumi

Suzuki: le conseguenze del caso sul rilevamento dei consumi
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Ecco gli effetti dello scandalo scoppiato in seguito all'ammissione del costruttore giapponese di aver usato procedure non standard per il rilevamento dei consumi
9 giugno 2016

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Nelle scorse settimane vi avevamo raccontato come anche in Giappone, precisamente in casa Suzuki, fosse scoppiato un caso riguardante il test sulle emissioni. Ora arrivano anche le (pesanti) conseguenze di questo ennesimo scandalo nel mondo dell'auto.

Osamu Suzuki, storico patriarca 86enne al comando da quasi quarant'anni, lascerà la carica di Ceo, assumento un profilo più defilato pur rimanendo nel board dell'azienda. Contemporaneamente Osamu Honda, vice presidente esecutivo con carica di rappresentanza lascerà la sua posizione per assumersi la responsabilità del team di ricerca e sviluppo finito nell'occhio del ciclone.
 

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I cambiamenti al vertice dell'azienda diventeranno effettivi il prossimo 29 giugno dopo che l'assemblea degli azionisti approverà le variazioni. L'azienda opererà anche un taglio del compenso al management, per un periodo dai tre ai sei mesi e per una percentuale che varia tra il 10 e il 50%.

Ricordiamo che il caso all'interno dell'azienda di Hamamatsu era scoppiato in seguito all'ammissione da parte del costruttore stesso di aver utlizzato, in modo involontario, delle procedure per il rilevamento dei consumi non in linea con gli standard della normativa giapponese. L'anomalia nelle procedure riguarda 26 modelli per un totale di 2,14 milioni di auto

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