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Suzuki chiude temporaneamente una delle sue fabbriche europee a causa degli effetti della crisi del Mar Rosso sulla filiera dell'automotive. La casa nipponica ha confermato a Reuters che lo stabilmento di Esztergom, nel Nord dell'Ungheria, resterà chiuso dal 15 gennaio al 21 gennaio. La struttura, dove solitamente si producono la Vitara e la S-Cross, si fermerà per via dei ritardi nella consegna dei motori prodotti in Giappone. Come vi avevamo già raccontato per Tesla, la causa sono gli attacchi condotti dai ribelli Houthi contro le navi in transito nello stretto di Bab al-Mandab, che congiunge il Mar Rosso all'Oceano Indiano.
La ritorsione per la guerra nella Striscia di Gaza ha indotto la modifica delle rotte delle grandi compagnie di navigazione, che hanno deciso di evitare di attraversare il Mar Rosso, allungando la rotta circumnavigando l'Africa. Mentre le marine degli Stati Uniti e del Regno Unito stanno attaccando le postazioni militari dei ribelli, aumentano le tempistiche di consegna dei colli e i relativi costi. Ne consegue un forte rallentamento che sta provocando le prime lacune nella filiera dell'automotive.
Se nel caso di Suzuki il problema è legato alla mancata consegna dei motori prodotti "in casa" dal marchio nipponico, per quanto riguarda Tesla il problema è la dipendenza dalla Cina per la fornitura di componenti per le batterie. È proprio questa ragione ad aver provocato la decisione di fermare larghissima parte della produzione nella Gigafactory Tesla di Berlino. Più in generale, la dipendenza dall'Asia per parti imprescindibili rappresenta un punto debole della catena di distribuzione delle case automobilistiche.