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Osamu Suzuki va in pensione a 91 anni. Il presidente di Suzuki, rivelano dalla casa di Hamamatsu, lascerà la sua carica a giugno. Classe 1930, Suzuki entrò a far parte della famiglia creatrice dell'azienda sposando la nipote del fondatore, Michio Suzuki. Come da prassi diffusa nelle facoltose dinastie giapponesi, prese il cognome della moglie. Entrato in Suzuki nel 1958, divenne amministratore delegato junior nel 1967, per poi essere promosso a senior cinque anni più tardi. Dal 1978 al 2000 ricoprì il doppio ruolo di CEO e presidente. Lasciò la prima carica agli albori del nuovo millennio, mantenendo però la presidenza.
Ora è arrivato il momento della pensione, con riserva. Perché Suzuki resterà consigliere senior. D'altronde, in tempi non sospetti, aveva dichiarato che il suo lavoro era la sua vita. Sotto la sua guida, Suzuki si è trasformata in una realtà di respiro globale, riscuotendo particolare successo in nazioni in via di sviluppo come l'Indonesia e l'India. La sua nota attenzione agli sprechi ha contribuito alla fortuna della sua azienda, che oggi, grazie alla partnership con Toyota a livello produttivo e di sviluppo tecnologico, sta facendo bene sul mercato europeo. La palla adesso passa a suo figlio, Toshihiro.