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La storia della burrascosa alleanza tra Suzuki e Volkswagen, iniziata nel 2009 e sostanzialmente andata in crisi due anni dopo e che di recente si è conclusa con un arbitrato internazionale, si arricchisce di un altro capitolo.
A poche ore dallo scoppio del “Dieselgate”, Suzuki Motor Corp. ha ceduto a Porsche Automobil Holding SE, ovvero la holding che possiede la maggioranza delle azioni del Gruppo VW, l'1,5% della sua partecipazione nel gruppo di Wolfsburg, che così consente a Porsche SE di salire al controllo del 52,2% del capitale in Volkswagen. L'operazione, recita una nota di Porsche SE, è considerata «come un forte impegno nel suo investimento principale e sottolinea il suo ruolo centrale come azionista di riferimento della Casa automobilistica con sede a Wolfsburg».
Le due parti non hanno reso noto il prezzo della transazione, ma dalla comunicazione agli investitori diffusa da Suzuki il costruttore giapponese indica che l'operazione genererà un profitto di 36,7 miliardi di yen, poco più di 270 milioni di euro, una somma piuttosto bassa dovuta probabilmente alla fretta di sbarazzarsi della rimanente partecipazione dopo il crollo del valore delle azioni VW.
Attualmente l'organigramma di Porsche Holding SE conta nel consiglio di sorveglianza i membri della famiglia Porsche, compreso l'ex numero uno Ferdinand Piech, mentre il comitato esecutivo è presieduto da Martin Winterkorn, l'amministratore delegato che si è dimesso in seguito allo scandalo dei diesel dotati del software che riusciva a mascherare le reali emissioni di NOx.