Superbollo: si incasseranno 100 milioni di euro in meno di quelli previsti

Superbollo: si incasseranno 100 milioni di euro in meno di quelli previsti
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Le stime dell’Unrae fotografano il fallimento delle politiche del Governo Monti e in particolare del superbollo, che, oltre a non aver portato nelle casse pubbliche le risorse preventivate ha letteralmente messo in ginocchio un intero settore economico
3 maggio 2013

Uno dei provvedimenti più criticati dell’ormai pensionato Governo Monti è senza dubbio quello relativo all’introduzione del tanto discusso superbollo, inserito alla fine del 2011 nella manovra Salva Italia. 

Che cos'è il superbollo

Con un decreto stabilito nel tentativo di colpire con una tassazione maggiore i cittadini italiani ad alto reddito, lo Stato ha applicato il famigerato superbollo ai veicoli con potenza superiore a 185 kW (251 CV). In questo caso sono previsti 20 euro per ogni kW superiore alla soglia prefissata nel caso in cui l’auto sia di nuova costruzione, 12 euro/kW in caso abbia cinque anni di vita, 6 euro/kW nel caso ne abbia dieci e 3 euro/kW dopo quindici anni. Dopo i vent’anni dalla data di costruzione invece non c’è più bisogno di versare l’addizionale. 

 

Una volta entrato in vigore, il meccanismo del superbollo ha fatto molto discutere perché ha fatto corrispondere automaticamente la potenza di un veicolo alla fascia sociale di appartenenza di una persona, come se i cavalli sviluppati dal motore, e non invece il reale valore del veicolo, potessero testimoniare la fascia di reddito di un individuo.

bmw m3 e46
Una BMW M3 del 2001 paga più di 1.200 euro di bollo all'anno ma non è un'auto di lusso! Il suo valore di mercato infatti è quello di una Fiat Punto

BMW M3 del 2001. Vale come una Punto ma paga 1.200 euro di bollo solo perché è potente

Per comprendere l'assoluta infondatezza della corrispondenza potenza motore/reddito basta pensare fare un esempio. Una BMW M3 del 2001, un'auto da 343 CV ma che oggi vale circa 15.000 euro, paga in Lombardia 885,60 euro di bollo a cui occorre aggiungere 402 euro di superbollo perché è un'auto con più di 10 anni alle spalle. Risultato? 1.287,6 euro all'anno.  

 

Un'auto che vale come una Fiat Punto un po' accessoriata e che può essere acquistata quindi anche da comuni cittadini che non dispongono di un alto reddito si ritrova a pagare più di 1.000 euro all'anno di bollo. 

 

Definito spesso in maniera impropria come una “tassa sul lusso”, come se andasse a colpire solo i cittadini appartenenti ad alte fasce di reddito, il superbollo è stato considerato dal Governo Monti come un’arma con cui dare una boccata d’ossigeno alle casse pubbliche.

Secondo quanto calcolato dall’Unrae sembrerebbe proprio che le pesanti critiche mosse al superbollo erano più che fondate

Mancano 100 milioni di euro all'appello

L’Esecutivo infatti stimava di raccogliere circa 168 milioni di euro con l’introduzione del superbollo, una cifra sicuramente non trascurabile anche se marginale rispetto a quanto lo Stato incassa con una delle ultime manovre fiscali (circa 30 miliardi di euro).  Secondo quanto calcolato dall’Unrae però, ovvero dall'Associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato italiano delle autovetture, sembrerebbe proprio che le pesanti critiche mosse al superbollo erano più che fondate.

bollo auto
Il bollo auto dovrebbe essere calcolato in base al valore dell'auto e non alla potenza

 

L’Unrae infatti ha stimato che dei 168 milioni di euro previsti, lo Stato ne avrebbe incassati circa 60. Mancherebbero quindi all’appello oltre 100 milioni di euro, ma queste mancate entrate sono solo il male minore per il nostro Paese. Da quando il superbollo è entrato in vigore infatti un vero e proprio mercato, quello delle auto “sportive”, è stato letteralmente messo in ginocchio. 

Superbollo: un provvedimento controproducente per le entrate statali

È sempre l’Unrae infatti a comunicare che a fronte di 8,7 miliardi di euro di maggior introito fiscale previsto dalle due manovre (estate 2011 e Salva Italia), lo Stato ha in realtà perso 1,25 miliardi di minor gettito IVA solamente nei primi sei mesi dello scorso anno, cresciuti inevitabilmente ad una cifra prossima a 2,3 miliardi alla fine del 2012, somme da capogiro che equivalgono tranquillamente ad una piccola manovra fiscale.

 

Inoltre in un anno lo Stato avrebbe perso circa 100 milioni di euro di IPT rispetto al 2011, nonostante sia avvenuto il passaggio da IPT fissa a IPT a “geografia variabile”, che avrebbe dovuto assicurare un aumento di oltre 400 milioni alle casse delle province.  

A fronte di 8,7 miliardi di euro di maggior introito fiscale previsto dalle due manovre (estate 2011 e Salva Italia), lo Stato ha in realtà perso 1,25 miliardi di minor gettito IVA solamente nei primi sei mesi dello scorso anno, cresciuti inevitabilmente 

Emorragia di auto sportive

A questi dati che testimoniano in maniera inequivocabile il fallimento di un decreto nato originariamente per rimpinguare le casse pubbliche, bisogna aggiungere inoltre che moltissimi cittadini hanno preferito disfarsi delle proprie auto sportive, modelli che tendenzialmente necessitano di maggiore manutenzione e di pezzi di ricambio più costosi (gomme, olio, pastiglie dei freni ecc.) oltre che di un maggior fabbisogno di carburanti. Tutto questo quindi ha avuto una ricaduta immediata su moltissimi concessionari e operatori della filiera dell'automotive, che hanno visto drasticamente ridursi il carico di lavoro, arrivando spesso alla chiusura definitiva dell’attività.  

lancia delta integrale
Norme come il superbollo hanno messo in ginocchio il mercato delle autosportive

 

Per capire questa tendenza negativa è sufficiente riprendere le parole di Pietro Innocenti, Direttore Generale di Porsche Italia, che ha recentemente dichiarato: «L’Italia è sempre stato un mercato molto importante per la Porsche 911. Nel 2007 siamo arrivati addirittura a vendere quasi 3.000 911. L’Italia era addirittura il terzo mercato per la 911 dopo gli Stati Uniti e la Germania. Oggi purtroppo non possiamo più ripetere questi numeri […]. In Italia circolano oggi 38.000 Porsche 911, un numero ancora ragguardevole nonostante nell’ultimo periodo ci sia stata una vera e propria emorragia del parco circolante a causa di problemi noti come la fiscalità, controlli extra da parte delle forze dell’ordine ecc».

Ferrari: cresce in tutto il mondo. In Italia perde il 46%

Anche i dati di vendita relativi al mercato italiano di un costruttore del calibro di Ferrari fotografano in maniera cristallina gli effetti deleteri che hanno avuto iniziative come il superbollo nel nostro Paese. L’Azienda del Cavallino infatti ha chiuso un 2012 da record, immatricolando 7.318 vetture (+4,5% rispetto al 2011) con il fatturato che ha raggiunto i 2,433 miliardi di euro (+8%). 

Non resta che sperare in una pesante revisione da parte del neo-Governo Letta della tassazione inflitta al mondo dell’automobile

 

Peccato solamente che questi risultati eccezionali, che hanno permesso peraltro di conferire un premio extra in busta paga ai dipendenti di Maranello, sono stati ottenuti per merito di tutti i principali mercati mondiali (Europa compresa), dove si sono registrati risultati di vendita ovunque in crescita, ma non grazie all’Italia.  Nel Bel Paese infatti Ferrari ha registrato nel 2012 un calo del 46% rispetto allo stesso mese dell'anno precedenete, chiudendo con solo 318 consegne alla rete.

Governo Letta: elimare il superbollo

Alla luce di questi deludenti risultati non resta che sperare in una pesante revisione da parte del neo-Governo Letta della tassazione inflitta al mondo dell’automobile, che dovrebbe essere considerata come una risorsa economica fondamentale per la crescita Paese. Eliminare il superbollo per esempio sarebbe già un buon inizio. 

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