Summit per il Clima: gli impegni dei Grandi

Summit per il Clima: gli impegni dei Grandi
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Alle roboanti promesse seguiranno interventi concreti?
26 aprile 2021

Una grande tavola rotonda virtuale, alla quale hanno partecipato più di quaranta presidenti e primi ministri delle nazioni più importanti del mondo, ad iniziare da Joe Biden: Vladimir Putin, Angela Merkel, Boris Johnson, il primo ministro indiano Narendra Modi e quello australiano Scott Morrison, oltre ovviamente al presidente cinese Xi Jinping.

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In occasione della Giornata Mondiale della Terra, i Paesi più industrializzati (e per questo anche più inquinanti) del globo hanno cercato di rifarsi una verginità ambientale, lanciandosi in promesse di riduzione delle emissioni di CO2 che, se dovessimo dar retta a quanto fatto finora per contrastare i mutamenti climatici, parrebbero già essere inserite nelle classiche buone intenzioni di cui è lastricato l’inferno. 

I due Paesi con il record di emissioni, USA e Cina, sono stati anche quelli che le hanno sparate più grosse: se Biden promette un taglio del 50% entro il 2030, a sua volta Xi Jinping addirittura annuncia “zero emissioni” entro il 2060.

Da parte del presidente USA è una chiara dimostrazione di rottura rispetto alla politica di Trump che addirittura negava il processo di mutamento climatico in corso, mentre il rilancio dell’omologo cinese è anche un invito ad altre nazioni, come Russia ed India, ad intraprendere un percorso virtuoso.

Il Summit si è chiuso con la proposta di rilancio dell’economia puntando sulla tecnologia: nel 2020, gli investimenti in quelle definite “pulite“ hanno raggiunto i 500 miliardi di dollari, ma c’è ancora molto da fare.

Biden ha detto che il costo dell’inazione sta mostrando i suoi effetti e non si può più aspettare: il prossimo decennio sarà decisivo, senza dimenticare che la transizione è anche opportunità per nuovi posti di lavoro.

Alle parole, come si suo dire, ora dovranno seguire i fatti: per verificar se qualche passo nella direzione della difesa dell’ambiente è stato davvero compiuto, basterà attendere il prossimo appuntamento globale del Cop 26, a novembre a Glasgow.

Sarà un momento di svolta, o l’ennesimo fallimento della politica della buone intenzioni e delle cattive pratiche?

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