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Non c’è solo Elon Musk ad alzare gli occhi al cielo e guardare gli spazi infiniti dell’Universo: tra le industrie che stanno lavorando al progetto di Thales Alenia Space, tutte Made in Italy, c’è anche Stellantis, che si occuperà di fornire i veicoli per spostarsi sulla superficie lunare.
L’operazione, inserita all’interno del più ambizioso progetto Artemis, coinvolge quindici società italiane e punta al ritorno in pianta stabile dell’uomo sulla Luna, realizzando sul Polo Sud del nostro satellite una stazione abitata, cui faranno capo diverse attività di ricerca scientifica ed estrazione di minerali rari e preziosi.
Per rendere possibile questo scenario, ci sarà bisogno anche di veicoli speciali, capaci di muoversi sulla superficie accidentata della Luna: e qui entra in ballo Stellantis, che dovrebbe fornire macchine e strumenti per la mobilità in ambito spaziale.
Sotto la guida di Thales Alenia Space (società detenuta al 67% da Thales e per il 33% da Leonardo), il progetto costituisce un grande piano d’innovazione, con un ritorno industriale stimato in oltre un miliardo di dollari ed ha già ottenuto dall’ASI (l’agenzia spaziale italiana) un primo finanziamento per sviluppare le innovazioni necessarie a condividere i piani avviati negli USA Stati Uniti e in Europa, mentre la stessa ASI ed il governo hanno sottoscritto accordi preliminari con la Nasa e con l’Esa per il Programma Artemis.
«Gli studi - spiega Massimo Comparini, amministratore delegato di Thales Alenia Space - ci consentiranno di tracciare una mappa della presenza italiana nei vari campi valorizzando le nostre capacità nella sorgente economia lunare sostenibile. Costruiremo i moduli abitati Halo e I-Hab della stazione in orbita lunare e con l’americana Dynetics condividiamo il progetto del modulo di sbarco degli astronauti».
Nel gruppo ci sono società come Aiko per l’intelligenza artificiale, Prima Additive per la stampa 3D, mentre Enel si occuperà dell’energia elettrica, come detto Stellantis dei veicoli e Leonardo dei sistemi robotici.