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Dopo l’ultima relazione trimestrale, Subaru ha annunciato entrate in calo a livello globale di 6,84 miliardi di dollari, con una riduzione del 6%. Questo ha portato la società a dimezzare le previsioni di profitto del 42%. Il tutto deve essere valutato a fronte di un aumento dei costi fissi e tassi di cambio sfavorevoli per le esportazioni.
Tutto ciò si deve allo scandalo delle ispezioni irregolari delle auto nuove di fabbrica, che per decenni furono effettuate presso l’impianto principale della Subaru a Gunma. Sando alle indagini, per 30 anni queste ispezioni sarebbero state condotte da ispettori non certificati. Da qui è nato il maxi richiamo di 395.000 auto. Tali ispezioni sembrano siano andate avanti anche oltre il periodo originariamente ipotizzato. Da qui l'ulteriore richiamo di altri 100.000 veicoli, per un totale di 530.000 unità.
Come se non bastasse, Subaru ha annunciato un richiamo che riguarderà circa 411.000 auto, a causa dello spegnimento del motore, legato ad una molla di una valvola difettosa. Un ulteriore inconveniente che graverà sui bilanci con un costo di circa 484 milioni di dollari. Di fatto l’intervento comporta la rimozione del blocco motore e 13 ore di lavoro per veicolo in officina.