Strisce blu, marcia indietro sulle multe fuori orario. È caos, ogni comune farà come vuole

Strisce blu, marcia indietro sulle multe fuori orario. È caos, ogni comune farà come vuole
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Clamorosa marcia indietro e tipico "compromesso all'italiana" che genera solo confusione. Sulle multe fuori orario ogni comune deciderà se multare o meno in maniera autonoma. Un niente di fatto anche per Speed Check e Velo Ok
28 marzo 2014

La speranza, poi la marcia indietro

Clamorosa marcia indietro del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi sulla questione delle multe per chi sfora l'orario dopo aver parcheggiato in un posto auto a pagamento delimitato da strisce blu.

 

Nei giorni scorsi infatti si era delineata all'orizzonte una svolta importante per tutti gli automobilisti: niente multa per chi non rinnova il pagamento della sosta nelle strisce blu, ma solo la richiesta di pagamento del lasso temporale rimasto scoperto.

 

L'ipotesi, scaturita dalle pieghe del CdS, si basava sul principio che non si può equiparare lo sforamento orario ad un divieto di sosta, come fino ad oggi hanno fatto molti comuni, con i vigili che facevano scattare una multa non appena scadeva il ticket.

 

L'incontro di ieri tra i ministri Lupi e Alfano e il Presidente dell'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Fassino, fin da subito contrario alla svolta sulle multe fuori orario, spegne le speranze. La riunione infatti si è conclusa con un tipico “compromesso all'italiana”, che ora però rischia di creare il caos.

strisce blu
Ogni comune deciderà se multare o meno le auto con ticket scaduto nei parcheggi a pagamento con strisce blu

Ogni comune farà come vuole

Il Ministero dei Trasporti ha stabilito che “la regolamentazione della sosta è competenza dei Comuni che ne definiscono le modalità con proprio atto deliberativo. Per le zone a strisce blu, laddove la sosta si protragga oltre il temine per il quale si è pagato, la sanzione pecuniaria potrà essere irrogata solo in presenza di specifica previsione del Comune”.

 

In pratica da una situazione di potenziale vantaggio per i cittadini si è creata solo confusione dal momento che, di fatto, Lupi e il suo Ministero, hanno lasciato il libero arbitrio ad ogni comune di applicare la soluzione che ritiene più opportuna.

 

Il rischio è che ora 8.000 comuni italiani emettano 8.000 delibere, non coordinate dall'alto, quindi scritte ed impostate in maniera sempre differente. Risultato? Un automobilista in viaggio non saprà mai quali sono le regole vigenti in un dato comune. In una città potrebbe scattare la multa dopo lo sforamento orario, mentre in quella a fianco potrebbe essere richiesto soltanto il saldo dell'arco temporale rimasto scoperto dal pagamento.

maurizio lupi
Lupi esce sconfitto dalla riunione con Alfano e Fassino, Presidente dell'Anci, costretto a fare una clamorosa marcia indietro

 

Come si farà a sapere in pratica quale regola viene applicata nel dato comune? Non si potrà di certo scriverla su ogni segnale di divieto di sosta o di parcheggio!

 

Del nostro stesso avviso sembra anche il portale di riferimento della Polizia Municipale che scrive: “Rimettere la vicenda in capo ai singoli regolamenti comunali significa differenziare inevitabilmente le procedure e le tariffe da comune a comune”

 

Come già fatto con le multe scontate del 30% se pagate entro 5 giorni, il Ministero avrebbe dovuto dar valere una posizione univoca per tutta la realtà italiana. La stessa cosa viene sottolineata dalla Polizia Municipale: “Spetta ai ministeri mettere la parola fine alla questione.”

Come già fatto con le multe scontate del 30% se pagate entro 5 giorni, il Ministero avrebbe dovuto dar valere una posizione univoca per tutta la realtà italiana

La nostra proposta: due casi, due regole differenti

Il criterio più corretto, a nostro avviso, sarebbe dovuto essere uguale per tutti e così articolato:

 

1) Nel caso di parcheggi a pagamento con strisce blu in zone particolarmente critiche – pieno centro cittadino, per esempio nei pressi del Colosseo o del Duomo di Milano – stabilire il principio del parcheggio a rotazione. Il parcheggio a pagamento è concesso quindi solo per un lasso di tempo ridotto (mezz'ora, un'ora ecc.), in modo da concedere a più utenti di usufruire di un posto auto in una zona altamente problematica. In questo caso, con il ticket di parcheggio scaduto, è coerente applicare la multa per divieto di sosta, perché si sta privando un altro automobilista del diritto al parcheggio in una zona della città molto particolare.

multe polizia vigili
Un automobilista in viaggio non saprà quali regole sono applicate in ogni città

 

2) Quando i parcheggi a pagamento con strisce blu si trovano invece in aree urbane più convenzionali, dove non sussistono particolare problematiche legate al traffico o ad un numero estremamente ridotto di posteggi, è logico concedere la possibilità di lasciare l'auto senza limiti di tempo, anche per 24 ore. A questo punto però, se si sfora dall'orario pagato e riportato sul ticket, non deve scattare la sanzione per divieto di sosta, perché, vista l'abbondanza di posti auto, non si sta togliendo a nessun altro il diritto al parcheggio. In tutti questi casi sarebbe giusto chiedere solamente il saldo del lasso di tempo rimasto scoperto dal pagamento, che, nel caso in cui non dovesse essere saldato entro 30 giorni, farebbe scattare in automatico un'operazione di recupero crediti.

Basta alla sproporzione tra strisce blu e parcheggi gratuiti

L'occasione poi è quella buona per ricordare al ministro Lupi che sarebbe finalmente il caso di introdurre con estrema rapidità l'obbligo per i comuni di provvedere a fornire un numero di parcheggi gratuiti con strisce bianche “adeguato” - come recita il CdS – al numero di posti a pagamento con strisce blu.

Autovelox velo ok
I comuni di fatto potranno continuare a servirsi dei Velo Ok

 

Sarebbe la volta buona per porre fine alla vergognosa sproporzione che vige in quasi tutti i comuni della Penisola – non mancano le rare eccezioni ma anche casi limite, vedi Milano – tra posteggi a pagamento e gratuiti o gratuiti con disco orario. 

Velo Ok: anche qui un nulla di fatto

Lupi, al termine dell'incontro, è tornato a parlare di  Velo Ok e Speed Check, ma anche in questo caso non ha saputo far valere una posizione chiara, che di fatto, lascerà la situazione invariata rispetto ad oggi. La nota del Ministero infatti riporta: "Quanto ai dissuasori di velocità - comunemente definiti autovelobox - appare evidente che possano essere installati e operativi soltanto dissuasori dotati di effettivi dispositivi di controllo."

Per raggiungere, un giorno, questo obiettivo, che oggi non può che rimanere una fioca speranza, sarebbe già qualcosa imporre regole uguali per tutti, evitando di lasciare carta bianca ai comuni, in una sorta di far west legislativo

 

I comuni quindi potranno continuare ad usare i Velo Ok, ma soprattutto ad installarli a proprio piacimento, appellandosi al fatto che una tantum – magari una sola volta in un anno - vengono utilizzati per contenere l'autovelox.

Lupi: «Le multe non sono tasse indirette". Ma è solo una speranza

Alla luce del quadro decisamente appannato emerso dopo l'incontro stonano alquanto le parole di Lupi che ieri sera ha dichiarato: “Una cosa è chiara: le multe non possono essere utilizzate come una tassazione indiretta sulla pelle dei cittadini.”

 

Per raggiungere, un giorno, questo obiettivo, che oggi non può che rimanere una fioca speranza, sarebbe già qualcosa imporre regole uguali per tutti, evitando di lasciare carta bianca ai comuni, in una sorta di far west legislativo.

 

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