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In un contesto nel quale i viaggio all’estero costituiscono un chimera, ed in special modo quelli in auto, si legge con curiosità ed un po’ di nostalgia la classifica che mette in fila per pericolosità le nazioni e, al contempo, indica quelle dove la guida rappresenta un piacere e non un fattore di rischio.
Una società finanziaria di San Francisco, la NerdWallet, fondata nel 2009 da Tim Chen e Jacob Gibson, ha analizzato con puntiglio i dati relativi alle vittime stradali, sui limiti di velocità ed i livelli di traffico di diversi Paesi di tutto il mondo.
Sotto la lente sono finite le nazioni che in qualche modo appartengono al “primo mondo“, quello che si presume sia più evoluto e presenti i migliori parametri di partenza in fatto di infrastrutture viarie, modernità del parco circolante e preparazione di guida degli utenti; giocoforza, sono rimaste escluse in partenza le nazioni africane e quelle asiatiche dove i problemi sono ben altri (guerre, carestie, povertà).
Insomma, la maggioranza del Pianeta è fuori classifica.
Tra le nazioni rimaste… in gara, la colonna delle più pericolose vede al primo posto la Romania, seguita da Grecia e Bulgaria; restano ai piedi del podio Portogallo e Cipro, mentre gli USA precedono al sesto posto proprio il Belpaese.
L’Italia è quindi settima per livello di pericolosità tra le nazioni cosiddette evolute…
A quella dei cattivi si contrappone, come succedeva a scuola alla lavagna, la colonna dei buoni guidata da Norvegia, seguita da Giappone e Svizzera; completano la top ten dei Paesi migliori Inghilterra, Irlanda del Nord, Scozia, Israele, Galles, Olanda e Germania.
La ricerca ha utilizzato come base statistica il rapporto sulla sicurezza stradale stilato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità); sono stati poi presi in considerazione i dati riferiti ai lavori stradali e quelli forniti da Inrix, società con sede a Washington, relativi a traffico e parcheggi, utili per determinare le ore perse a causa del traffico in ogni paese.
A conti fatti, la Norvegia si impone su tutti: non a caso, sulle sue strade in un anno ci sono state sole 108 vittime in un anno, dato che appare stridente rispetto agli oltre 36.000 registrate negli USA, numero che rappresenta un record assoluto e che porta gli Stati Uniti in cima alla classifica della mortalità rispetto alla popolazione, con 110 morti in strada ogni milione di abitanti.
Al contrario, tra i paesi con minori percentuale di vittime ci sono Islanda (16,8), Norvegia (20,3) e Svezia (21,6).
La Slovacchia è il Paese con la maggiore congestione di traffico: si calcola che una persona in media perda nel traffico di Bratislava e dintorni quasi 8.000 ore durante la sua vita, seguita dalla Grecia con 6.541 e dall'Irlanda con 6.219 ore.