Stop alle endotermiche in Europa entro il 2035, oggi il voto

Stop alle endotermiche in Europa entro il 2035, oggi il voto
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Oggi il Parlamento Europeo è chiamato a esprimersi sul pacchetto Fitfor55, che include anche il bando delle auto benzina e diesel entro il 2035
8 giugno 2022

Oggi è il giorno in cui il Parlamento Europeo è chiamato a votare il pacchetto Fitfor55, volto alla protezione dell'ambiente e alla riduzione delle emissioni. Tra le misure previste figura anche un provvedimento che riguarda il settore automotive, la messa al bando entro il 2035 delle vetture endotermiche, benzina e diesel. È proprio questo il punto di maggiore disaccordo sia a livello europeo, che sul fronte italiano, per via delle potenziali conseguenze sull'intero comparto dell'automobile, filiera compresa.

Fitfor55 prende il suo nome dall'obiettivo principale delle sue misure, la riduzione del 55% di tutte le emissioni inquinanti entro il 2030. Nel caso dell'automotive, al bando della vendita delle endotermiche entro il 2035 ci si avvicinerà con tappe intermedie. Entro il 2025, le case automoblistiche dovranno abbattere le emissioni dei propri veicoli del 25%, per poi raggiungere quota meno 55% nel 2030. E non è solo il comparto automotive ad opporsi a questa misura, visto che il PPE ha presentato un emendamento per rinviare questo punto del pacchetto. Frans Timmermans, il vice di Ursula von der Leyen, ha definito l'emendamento del PPE "un pasticcio".

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Inevitabile che questa misura sia fonte di discussione in Italia, nazione in cui il settore automotive riveste un ruolo molto importante. Se Enrico Letta ha adottato una posizione favorevole, all'interno del PD Carlo Calenda non è dello stesso avviso. Lega e Fratelli d'Italia hanno invece annunciato il loro no al pacchetto. Ma all'interno dello stesso governo ci sono perplessità, illustrate da Giancarlo Giorgetti: «Evidentemente, anche a Bruxelles, in quella specie di grande bolla dove si producono norme importanti e dove in Commissione hanno un confronto meno diretto dei parlamentari italiani che producono bonus, si devono fare i conti con la realtà. Spero che i deputati europei facciano quello che deve fare un politico, cioè valutare con realismo la situazione», riporta il Corriere.

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